NotizieGiornata per l'Alfabetizzazione: quando la lingua diventa strumento di esclusione

L'8 settembre è la Giornata internazionale per l'alfabetizzazione e la vogliamo celebrare pensando a Don Milani, secondo cui solo la lingua rende uguali e ogni parola non imparata oggi è un calcio in culo domani. Don Milani, pedagogicamente e anche politicamente, sosteneva che i padroni della lingua sono i padroni di tutto

  • Condividi

L'8 settembre è la Giornata internazionale per l'alfabetizzazione e la vogliamo celebrare pensando a Don Milani, secondo cui solo la lingua rende ugualiogni parola non imparata oggi è un calcio in culo domani. Per questo sosteneva la necessità che i ragazzi imparassero ad esprimersi e a comprendere un testo o un giornale, dalla prima all'ultima pagina: perché un giornale non scrive per il fine che in teoria gli sarebbe primario cioè informare, ma di solito lo fa per influenzare in una direzione. Insomma, Don Milani, pedagogicamente e anche politicamente, sosteneva che i padroni della lingua sono i padroni di tutto. Sono loro che scrivono le leggi e chiaramente le scrivono adattandole alle loro esigenze: chiaro che, essendo fatte su misura, per loro sarà più facile rispettarle.
Oggi nel nostro lavoro con i migranti comprendiamo l’attualità del pensiero di don Milani. Per chi si sposta per vivere in una comunità linguistica e in una società che non ha come lingua la propria lingua di origine è fondamentale l’apprendimento della lingua del nuovo Paese per l’accesso ai diritti civili. Per poter stabilire rapporti sociali occorre avere competenze linguistiche adeguate, e l’azione istituzionale nelle società avanzate deve mirare a creare le condizioni, le strutture e le opportunità per istruirsi, perciò anche per apprendere le lingue del Paese dove si emigra. Oggi quello che sembra prevalere a livello istituzionale è l’uso della lingua come filtro, come strumento di esclusione, invece che come strumento per lo sviluppo delle capacità espressivo-comunicative dei migranti. Per questo i nostri progetti  vogliono promuovere la lingua italiana come strumento di integrazione e interazione dei cittadini e delle cittadine che vengono da altri Paesi e che vivono in Italia, offrendo opportunità di apprendimento adeguate ai loro bisogni e ai loro stili di vita. Ma vuole anche promuovere percorsi di plurilinguismo perché non vengano dimenticate le lingue “madri” così importanti nei percorsi educativi e di crescita, ma anche di apertura della nostra società a prospettive interculturali.

(lucia bianco, responsabile del progetto Genitori&Figli del Gruppo Abele)

Cosa facciamoDa sempre accanto agli ultimi