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NotizieGli hotspot tra violenze e maltrattamenti. Il rapporto di Amnesty

Il cosiddetto approccio hotspot, fortemente voluto dall'Unione europea per smistare migranti irregolari e richiedenti asilo al momento dell'arrivo, genera violenze e maltrattamenti. A sostenerlo è l'ultimo rapporto di Amnesty International, dal titolo Hotspot Italia: come le politiche dell'Unione europea portano a violazioni dei diritti di rifugiati e migranti

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Il cosiddetto approccio hotspot, fortemente voluto dall’Unione europea per smistare migranti irregolari e richiedenti asilo al momento dell’arrivo, genera violenze e maltrattamenti. A sostenerlo è l’ultimo rapporto di Amnesty International, dal titolo Hotspot Italia: come le politiche dell'Unione europea portano a violazioni dei diritti di rifugiati e migranti.
Gli hotspot sono dei centri che servono a identificare i migranti attraverso le impronte digitali. Una volta avvenuta l’identificazione si procede a valutare i bisogni di queste persone: l’avvio della procedura d’asilo se ritenuti potenziali titolari di protezione. Il rimpatrio forzato se considerati migranti irregolari.
Sotto le pressioni delle istituzioni dell'Unione europea, l'Italia ha adottato misure coercitive per prendere le impronte digitali. Un approccio che, secondo Amnesty, ha prodotto non solo maltrattamenti, ma anche “casi gravi di violenze da parte della polizia, così come espulsioni illegali"  sostiene Matteo De Bellis, ricercatore di Amnesty International in Italia.
Il rapporto è basato in tutto su 170 interviste: 24 persone hanno dichiarato apertamente di aver subito violazioni di diritti. E 16 di queste veri e propri pestaggi.
Non solo schiaffi e percosse, ma anche scariche elettriche, umiliazioni sessuali e dolore agli organi genitali.
La procedura degli hotspot prevede che donne, uomini e bambini, una volta giunti in Italia, rispondano a domande circa la loro condizione di migranti. Spesso queste persone, oltre a essere traumatizzate dal viaggio, non conoscono nemmeno la lingua del Paese d’arrivo. La loro risposta, però, condiziona il loro futuro, determinando il loro status. "Non sapevo neanche come ero arrivata qui, piangevo... c'erano tantissimi poliziotti, mi sono spaventata. La mia mente era da un'altra parte, non ricordavo neppure il nome dei miei genitori", ha riferito, in un’intervista del rapporto, una giovane donna nigeriana.
Gli hotspot sono stati istituiti in Italia con una circolare del Ministero dell’Interno, e mai discussi dal Parlamento. Finora solo 1.200 persone sono state ricollocate dall'Italia rispetto alle 40.000 promesse, a fronte di oltre 150.000 nuovi arrivi via mare quest'anno.
Amnesty International ha ripetutamente chiesto chiarimenti al ministro dell'Interno, proponendogli un confronto sulle preoccupazioni contenute in questo rapporto, ma finora non ha ricevuto risposta.

 Rapporto Hotspot Italia
(giacomo pellini)

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