Ha ospitato le riunioni della ‘ndrangheta torinese e si è trasformato in un simbolo dell’antimafia grazie al sequestro e alla riassegnazione a Libera, ma da oggi il Bar Italia Libera, bene sequestrato alla famiglia Catalano, chiude le serrande in attesa del nuovo bando dell’Agenzia Nazionale dei Beni Confiscati: “Dal 2013 al 2015 la Cooperativa sociale Nanà, che fa parte della rete di Libera, ha gestito in maniera temporanea questo bene sequestrato – racconta la referente regionale di Libera Piemonte, Maria Josè Fava – un’assegnazione voluta dal Tribunale di Torino per dare un segnale concreto nella lotta contro le mafie. Questo bar doveva rimanere aperto per far vedere che il cambiamento era possibile e così abbiamo iniziato questa avventura“.
Quando però il sequestro si è trasformato in una confisca definitiva, la proprietà del bene è passata nelle mani dell’Agenzia Nazionale dei Beni Confiscati terminando così di fatto l’esperienza temporanea della gestione della cooperativa in attesa che l’Agenzia emetta un bando per la gestione: “Speriamo che i tempi per il nuovo bando siano veloci perchè queto luogo non può e non deve rimanere chiuso a lungo“.
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