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NotizieLa psicomotricità come opportunità di crescita

Trasformare un'idea in un'azione, provando a dare una risposta ludica alle genitorialità fragili. Intanto, rendere la Drop House uno spazio condiviso, plurale, aperto, collettivo: un punto di riferimento stabile in un contesto di tempesta come Barriera di Milano. Un luogo di riconoscimento, dove incontrarsi e incontrare, riconoscersi e riconoscere. Nasce così, da questa intuizione che diventa impegno il progetto GeCo – Gioco e Cresco – Studio di Psicomotricità popolare, rientrante nel bando della Casa dell'Affido del Comune di Torino.

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Trasformare un'idea in un'azione, per affiancarsi alla genitorialità fragile passando attraverso il gioco che diventa occasione di sostegno e cura. Intanto, rendere la Drop House uno spazio condiviso, plurale, aperto, collettivo: un punto di riferimento stabile in un contesto a rischio come Barriera di Milano. Un luogo di riconoscimento, dove incontrarsi e incontrare, riconoscersi e riconoscere. Nasce così, da questa intuizione che diventa impegno il progetto GeCo – Gioco e Cresco – Studio di Psicomotricità popolare, rientrante nel bando della Casa dell’Affido del Comune di Torino.

Perché siamo partiti dalla psicomotricità? La vita psichica inizia nel ventre materno attraverso le percezioni e sensazioni corporee che il feto vive durante il periodo di gestazione. I neonati entrano in relazione con il mondo che li circonda comunicando e ricevendo informazioni da chi li accudisce, attraverso il linguaggio tonico-emozionale del corpo. Crescendo, i bambini esprimono con il gioco spontaneo, attraverso corpo, movimento, azioni, reazioni, emozioni e linguaggio, la propria vita psichica. La psicomotricità si propone di agevolare il percorso di crescita dei bambini incontrandoli lì dove sono e comunicando con loro attraverso i giochi che portano. Il gioco è quindi lo strumento della psicomotricista per entrare in contatto con il mondo psichico ed emotivo dei bambini, per entrare in relazione con loro e per fare evolvere positivamente potenziali situazioni di difficoltà, siano esse cognitive, psicologiche, relazionali, socio-parentali, sensoriali, neuropsicologiche.

I servizi pubblici di sostegno alla genitorialità fragile non hanno molte risorse, e quindi sempre meno lavorano in ambito preventivo in assenza di patologie conclamate. Solo le famiglie con maggiori risorse economiche riescono a rivolgersi a centri privati che possono offrire un aiuto da attivare in risposta alle varie forme di difficoltà evolutive che possono manifestare i loro figli.

Grazie alla Casa dell’Affido, da febbraio a oggi, siamo riusciti ad allestire la stanza per la Psicomotricità e a offrire 15 incontri di aiuto psicomotorio per bambini in affido, o seguiti dal servizio sociale o già noti al nostro servizio. Nel tempo vorremmo, non solo poter mantenere viva questa risorsa, ma implementarla, riuscendo ad attivare GeCo per tutti i pomeriggi e poter così incontrare un elevato numero di genitori e bambini. Vorremmo anche diventare un punto di riferimento stabile per le reti di sostegno che si vengono a creare intorno alle famiglie in difficoltà del territorio (scuole, Servizi sociali, il reparto di Neuropsichiatria infantile, le famiglie affidatarie), per generare percorsi virtuosi di intervento multidisciplinare. Siamo certi che l’offerta di un sostegno fruibile da tutti i genitori sia un impegno irrinunciabile per dare speranza a una società migliore, soprattutto nei quartieri di periferia dove il disagio socio economico rischia di generare o aggravare situazioni di fragilità psicorelazionali.

(di patrizia ghiani)

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