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NotizieSan Mauro: una grande famiglia per vite in cammino

Una serata per raccontarsi, incontrarsi e ripercorrere passato, presente e futuro della comunità del Gruppo Abele, una grande famiglia dedicata da oltre 20 anni ai nuclei di mamme e bimbi che vivono una condizione di fragilità sociale

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Raffaele e Enza, cuochi di professione e volontari per passioneUna serata per raccontarsi, incontrarsi e ripercorrere passato, presente e futuro di una comunità, quella di San Mauro Torinese, dedicata a nuclei di mamme e bimbi in condizione di fragilità sociale, che da oltre 20 anni ha cambiato pelle più volte per adattarsi alle esigenze di chi ha bisogno di accoglienza, tenendo fissa la propria stella polare: accompagnare famiglie in cerca di un nuovo cammino. “Ogni volta che si conclude il percorso per un nucleo genitore-bimbo – ha spiegato Mauro Melluso, responsabile della comunità che ha ospitato oltre 80 partecipanti all’apericena di autofinanziamento del 15 dicembre scorso – la nostra speciale “famiglia” non perde un pezzo, ma si espande, prende una nuova ramificazione. Non è raro ricevere un messaggio, una telefonata, una visita da chi in passato è stato accolto della struttura e vuole condividere con noi i passi avanti, i traguardi raggiunti nella sua nuova vita”.
Come ogni comunità del Gruppo Abele, la linfa vitale all’attività degli operatori arriva dalla sinergia col territorio che ospita la struttura: fare rete è indispensabile, arricchente, generativo. Sia per chi è dentro, sia per chi è fuori dalla comunità. “Quando nel 2009 mi sono offerto per fare volontariato al Gruppo Abele – dice Vinicio Secinaro, per tutti nonno Vinicio – sono rimasto un po’ stupito dall’essere catapultato in un mondo fatto di mamme e di bambini piccolissimi. In tutti questi anni ho sperimentato nuove forme di genitorialità nel legame che ho instaurato con le mamme, e tanti sono i bambini a cui ho dedicato pancia, anima e cuore come sa fare un buon nonno”.
Patrizia Ghiani illustra le attività di psicomotricità
Intessere relazioni, non solo di affetto, ma anche operative, ha consentito alla progettualità ideata per i nuclei ospiti di arricchirsi prevedendo percorsi di “sgancio” dalla comunità, un primo banco di prova verso il rientro alla normalità, come ha spiegato Chiara Capussotti, responsabile dell'Area Minori per il Settore Servizi Socio-Assistenziali del NET (Unione dei Comuni Nord Est Torino): “collaborando col Gruppo Abele abbiamo potuto realizzare progettualità mirate a favorire il buon esito dei percorsi post comunitari e il nostro obiettivo è di proseguire su questa che si è rivelata una strada vincente”. A Raffaella Zuffrano e Erika Fiore, operatrici della comunità, il compito di far trapelare il senso del lavoro quotidiano a contatto con le fragilità, sia nei suoi aspetti difficili (la fatica del condividere, il coraggio di scontrarsi, chiarirsi e ripartire) sia in quelli positivi, quando qualche tassello per le persone ospiti si rimette a posto, come è emerso dalle parole di Valeria, ospite della comunità, che si è raccontata attraverso la voce di Erika, in una lettera dedicata a tutti i presenti.
Nella comunità di San Mauro non c’è spazio solo per i nuclei ospitati, ma per tutta la creatività che può contribuire a migliorare la qualità di vita dei bimbi e delle loro mamme. Una delle iniziative in corso è la psicomotricità “come mezzo – ha spiegato Patrizia Ghiani, operatrice del Gruppo Abele e responsabile del progetto Mamma+ – per liberare emozioni, favorire il contatto profondo tra mamma e bambino”. In vent'anni sono molte le attività che hanno arricchito la grande famiglia sulla collina di San Mauro. Molte strade si possono ancora percorrere.
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