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NotizieUn giorno al centralino del Gruppo Abele

Franco, Federica, Alberto, Felicia... Sono tutte persone che si rivolgono al centralino del Gruppo Abele. Ognuno con una richiesta, ognuno con un bisogno diverso. Vent'anni fa il nostro centralino era in via Giolitti. Anche allora arrivavano tante persone, ma con problematiche diverse. Perché, sì, il centralino del Gruppo Abele è anche questo: una sorta di osservatorio dei nuovi bisogni e dei nuovi disagi. Se ieri accoglievamo mamme disperate perché il figlio si drogava, oggi le grandi emergenze sono costituite da povertà ed estrema solitudine

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Siamo al pianoterra del Gruppo Abele.
Franco
, 50 anni, entra con discrezione, si guarda intorno un po’ spaesato, chiedendosi, magari, se é entrato al posto giusto. Vede l’interno di un grande capannone, sembra una fabbrica, molto ben curata, ma è una fabbrica. “Posso esserle utile?” una voce decisa ma accompagnata da un sorriso. A Franco avevano detto che al Gruppo Abele avrebbe trovato ciò che cercava, o, quanto meno, gli avrebbero dato informazioni. “Sono senza casa e cerco un posto per andare a dormire”. La stessa voce che l’ha accolto gli fa presente che questa fabbrica non è abilitata ad essere un dormitorio, ma nello stesso tempo cerca di dare indicazioni su dove andare, magari telefonando ad un dormitorio vicino per vedere se c’è posto. Franco va via con un sorriso e un grazie.

Franco è una delle tante persone che entrano nella nostra sede perché hanno una richiesta, una domanda, un bisogno. E il centralinista è la prima persona che incontrano. Chi lavora in questo servizio del Gruppo deve essere in grado di affrontare situazioni complesse e deve avere una sufficiente preparazione nella gestione del rapporto umano. Qui al Gruppo il centralino è una sorta di prima accoglienza, uno sportello di ascolto, oltre che un essenziale filtro al servizio degli altri uffici.

Felicia è passata qualche giorno fa. Si è presentata mostrando sul volto chiari segni di sofferenza e preoccupazione. Vuole parlarci di suo figlio, del fatto che è chiuso in casa, sempre davanti al computer, notte e giorno, senza parlare, senza mangiare. Felicia fa fatica a raccontare, ci sono troppe persone intorno a lei. Allora provi ad appartarti, ascolti, dai informazioni, fornisci il nome di una persona competente. Felicia va via più serena.

Vent'anni fa il nostro centralino era in via Giolitti. Anche allora arrivavano tante persone, ma con problematiche diverse. Perché, sì, il centralino è anche questo: una sorta di osservatorio dei nuovi bisogni e dei nuovi disagi. Se ieri accoglievamo mamme disperate perché il figlio si drogava, oggi le grandi emergenze sono costituite da povertà ed estrema solitudine.

Si sente sola Federica e al telefono chiede se il Gruppo Abele può darle una mano. Tu sai che non ti sta chiedendo solo informazioni o un aiuto: vuole parlare con qualcuno, vuole sfogare il suo dolore, vuole condividere la sua preoccupazione e mettere a nudo una parte della sua vita. Allora resti pazientemente attaccato alla cornetta, ascoltandola. Non puoi mettere giù, anche se nel frattempo c'è chi ti chiede di aprire il carraio, di dare il pacco al corriere, di registrare il nominativo di un ospite, di controllare chi entra e chi esce...

Ognuno con una sua richiesta, ognuno con un suo bisogno. Per ciascuno una risposta, possibilmente con il sorriso sulle labbra.
Alberto è un uomo di 70 anni, vissuto quasi sempre per strada. Vuole dei soldi. Alberto ce l’ha con tutti: il governo, gli immigrati, l’azienda trasporti... Accogliendo il suo sfogo, rendiamo possibile l'incontro. Poi c'è chi entra per chiederti un lavoro, chi ti consegna il suo curriculum, altri che chiedono di vedere don Ciotti. Non meritano solo una risposta, ma anche un po' di speranza. Allora gli assicuri che consegnerai il curriculum all’ufficio competente, dai il numero delle agenzie di collocamento e del consorzio Abele Lavoro. Perché speri anche tu, come loro, che qualcosa si muova e che, in qualche modo, la loro richiesta possa essere ascoltata. E anche tu, come loro, ti sei arricchito di qualcosa.

(adriana, elisa, piero, pippo, giorgio, maurizio, beppe, lo staff del Centralino del Gruppo Abele)

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