Rassegna stampaBorsellino: Luigi Ciotti, solo cercando verità si ha giustizia

"Smettiamola di commemorare Paolo e tutti gli altri perchè ce lo chiede il calendario. Smettiamo di fare della memoria celebrativa un alibi per fare poco o nulla negli altri giorni dell'anno. C'è solo un modo per ricordarli senza offenderli: fare della ricerca di verità la nostra etica, la nostra responsabilità e il nostro impegno". Così Luigi Ciotti, presidente Libera e Gruppo Abele, secondo cui "solo cercando la verità troveremo la giustizia e daremo un futuro ai nostri giovani, che il bisogno di verità ce l'hanno nel sangue"

19.07.2020 | Ansa
  • Condividi

19.07.2020 | Ansa

"Smettiamola di commemorare Paolo (Borsellino, ndr) e tutti gli altri perchè ce lo chiede il calendario. Smettiamo di fare della memoria celebrativa un alibi per fare poco o nulla negli altri giorni dell'anno. C'è solo un modo per ricordarli senza offenderli: fare della ricerca di verità la nostra etica, la nostra responsabilità e il nostro impegno". Così Luigi Ciotti, presidente Libera e Gruppo Abele, secondo cui "solo cercando la verità troveremo la giustizia e daremo un futuro ai nostri giovani, che il bisogno di verità ce l'hanno nel sangue. Solo cercando la verità avremo sempre accanto Paolo e tutti gli altri, vittime del potere ma presenze sempre vive in chi combatte il potere e la menzogna per costruire verità e giustizia".
"Troppo facile, avrebbe pensato Paolo Borsellino - e con lui la sorella Rita, che tanto ha dato a Libera. Troppo facile - scrive Ciotti, nel giorno dell'anniversario della strage - pensano anche i cari familiari di Paolo. Troppo facile, avrebbero pensato Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina. E con loro tutte le vittime innocenti delle mafie. Troppo facile una memoria solo commemorativa, una memoria che non è memoria viva, generativa di verità e giustizia". "Sì, perchè - spiega Ciotti - il nostro è un Paese che nega il diritto alla verità. Un Paese con una memoria dimezzata o d'occasione. Una memoria che non fa luce su tante pagine oscure della nostra Storia: omicidi e stragi, giochi e accordi di potere, appropriazioni di beni comuni, interazioni fra lecito e illecito, complicità tra politica e crimine organizzato". "Ma una memoria dimezzata o manipolata - prosegue - non è accettabile per chi crede nella democrazia, cioè nella divisione dei poteri e nella condivisione della responsabilità. Non è compatibile la democrazia con le zone d'ombra, con gli abusi di potere, con i silenzi e le verità manipolate. Le mafie e il loro consolidato, antico potere vengono da là. Vengono da una politica fiacca e complice, da una coscienza civica fatta di parole, da un'antimafia discontinua o al massimo stagionale". "Era forte la mafia sotto il fascismo, ha continuato a rafforzarsi nella libera democrazia, e questo è uno scandalo - fa notare Ciotti - la prova di quanto un testo sacro come la Costituzione, frutto di tanta lotta e sangue, sia stato tradito".

Cosa facciamoDa sempre accanto agli ultimi