20 Maggio 2015
Tardo pomeriggio. 23 maggio 1992. Lungo l’autostrada A29 all’altezza dello svincolo di Capaci perdono la vita il magistrato antimafia Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e tre uomini della sua scorta: Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Ad ucciderli un’ingente quantità di tritolo. E’ sempre il tritolo che intorno alle 17 del 19 luglio 1992 uccide il magistrato Paolo Borsellino e i cinque agenti di scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. E’ l’inizio della guerra che la mafia dichiara allo Stato. Ma i cittadini reagiscono: un bagno di folla si riversa ai funerali delle vittime, le principali città italiane organizzazione fiaccolate e commemorazioni. Passano pochi mesi, siamo ad ottobre, quando nasce la prima agenzia di informazione e analisi sulla connessione tra criminalità organizzata, potere economico, traffico d’armi e di stupefacenti. Si chiama Narcomafie, ed è stata fondata a Torino dal Gruppo Abele.
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