NotizieCittà di paure, città di speranze

A Bari, il 10-11 dicembre 2018 si è svolta la terza edizione de I Cantieri della Città del Noi. Eravamo in tanti, accomunati da un'idea: lavorare nel sociale è avere a cuore la dignità dei singoli, ma è anche avere a mente un progetto di città: la città del noi. Un progetto complicato in un tempo del noi contro di loro, ma che certo val la pena perseguire. A partire da una serie di domande che hanno animato il nostro incontrarci

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A Bari, il 10-11 dicembre 2018 si è svolta la terza edizione de I Cantieri della Città del Noi. Eravamo in tanti, accomunati da un’idea: lavorare nel sociale è avere a cuore la dignità dei singoli, ma è anche avere a mente un progetto di città: la città del noi. Un progetto complicato in un tempo del noi contro di loro, ma che certo val la pena perseguire. A partire da una serie di domande che hanno animato il nostro incontrarci.

Le città oggi sono abitate da paure: quanto i servizi, le associazioni, le cooperative sanno essere costruttori di speranze?
L’inclusione oggi non è più data dai diritti, ma dall’individuare degli altri che diventano i nemici attraverso cui fondare la propria inclusione: stiamo contribuendo a svelare questo gioco disumano?
La sicurezza sociale oggi si costruisce eliminando la protezione umanitaria e rendendo irregolari le vite più fragili (vedi decreto sicurezza): stiamo rilanciando l’altro progetto di società dentro cui il welfare (nato come dispositivo di sicurezza sociale) è sorto?
Non è paradossale che, mentre molte aziende che producono beni riproducibili prestano attenzione alla creatività, molte organizzazioni sociali che producono cura individualizzata restino prigioniere dei ferri vecchi del taylorismo?
In un tempo alluvionato da informazioni irrilevanti, la lucidità è potere, è speranza, è forza di cambiamento: stiamo facendo spazio allo studio, all’approfondimento, per non rischiare di diventare comparse di un copione che non ci appartiene?
C’è un nesso forte tra la cultura che promuoviamo e la speranza che generiamo: se è la cultura che fa la differenza dei servizi offerti, che libera o opprime la speranza di essere, con la nostra professione, generatori di cambiamenti, non è venuto il tempo di assumere con più forza questa funzione dentro le città?

(la redazione di animazione sociale)

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