NotizieConvincere, convincere, convincere

"Noi, nella nostra debolezza, in questa minoranza che siamo, non possiamo vincere. È il potere che vince sempre; noi possiamo al massimo convincere". Tornano alla mente le parole di Franco Basaglia (Conferenze Brasiliane, 1979) davanti alla campagna di delegittimazione e sospetto in atto contro il mondo della solidarietà, pubblica e privata, istituzionale e informale.Perché oggi sta accadendo proprio questo: si sta scegliendo di fare la guerra alla solidarietà per rassicurare un popolo impaurito. Sembra paradossale, di certo è inefficace, ma vi è del metodo in questa follia. La politica del disprezzo è iniziata con la criminalizzazione delle Ong, liquidate come "taxi del mare" a servizio degli scafisti

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"Noi, nella nostra debolezza, in questa minoranza che siamo, non possiamo vincere. È il potere che vince sempre; noi possiamo al massimo convincere". Tornano alla mente le parole di Franco Basaglia (Conferenze Brasiliane, 1979) davanti alla campagna di delegittimazione e sospetto in atto contro il mondo della solidarietà, pubblica e privata, istituzionale e informale.

Perché oggi sta accadendo proprio questo: si sta scegliendo di fare la guerra alla solidarietà per rassicurare un popolo impaurito. Sembra paradossale, di certo è inefficace, ma vi è del metodo in questa follia. La politica del disprezzo è iniziata con la criminalizzazione delle Ong, liquidate come "taxi del mare" a servizio degli scafisti. È proseguita con il taglio della diaria ai migranti, i cui effetti sono già drammatici: 20mila posti di lavoro (di giovani italiani) già persi nel settore dell’accoglienza. Ma il ministro dell’Interno ha già annunciato di voler mettere mano (tagliare fondi?) anche alle comunità per minori, istituendo una commissione d’inchiesta. "È finita la mangiatoia", minaccia. E intanto apre altri fronti, come il Ddl sulla droga che mira a negare le misure alternative alla detenzione (ossia l’invio in comunità terapeutica) alle persone tossicodipendenti. E se resta al momento sospesa la famosa tassa sulla bontà – l’Ires non più agevolata sul non profit – un esempio su tutti esemplifica la politica del disinteresse verso gli ultimi e il mondo che se ne occupa: l’esclusione dal reddito di cittadinanza (che tra l’altro, a differenza del Rei, ha completamente tagliato fuori i servizi sociali) dei senza dimora: oltre 60mila disperati, italiani e stranieri. Si capisce qui quanto sia illusorio pensare che colpire la solidarietà sia colpire gli stranieri.

Perché se in una società si riduce il tasso di solidarietà, siamo tutti più a rischio quando capiteranno a noi le difficoltà. E allora, a chi non si rassegna, non resta che una strada: convincere, convincere, convincere. Della bontà e utilità delle ragioni della solidarietà.

(la redazione di Animazione Sociale)

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