La Trattoria dell’Oca è un viaggio nel sogno e nella memoria
Dieci amici, dieci autori alla seconda esperienza di scrittura collettiva per dar vita ad una raccolta di racconti, tutti ambientati alla Trattoria dell’Oca. Decidono poi di voler lasciare ancora un segno e devolvono i proventi dei diritti d’autore al Gruppo Abele. Il loro è un giallo dalla trama piena di mistero. Raggiungere la Trattoria dell’Oca è solo apparentemente semplice.
I pellegrini, che da secoli hanno percorso i sentieri lungo la via del Volto Santo, lo sapevano. Il cammino è dolce, se armati di buoni piedi. E oggi lo sanno anche i turisti, anche se per le automobili è più complicato perché c’è solo una vecchia strada e quando piove o nevica la salita è solo per esperti.
Eppure il problema non è il cammino, non è la strada. Fermarsi alla trattoria è fermarsi per davvero, almeno per un po’, in una nuova dimensione spazio – tempo, fluida e ipnotica.
Ti vengono i dubbi: dove e quando?
É un viaggio nel sogno, nella memoria. Non è tutto vero e non sempre i pezzi del puzzle si ricompongono. Come nei ricordi c’è un grado di libertà aumentato. Per fortuna c’è l’oste, Cosimo. É un punto fisso, a lui si ritorna ogni volta. I pellegrini e i turisti lo conoscono e anno dopo anno lo riscoprono. Ma qualcuno è destinato a non lasciare mai più la trattoria. E per questa faccenda c’è Giusè, il commissario. Fare ordine, ricostruire il filo del tempo, dare un senso. Arrestare il colpevole.
Cambiano gli scenari temporali, gli stili narrativi, le personalità in gioco. Sono i ricordi, le fantasie degli autori fatti custodire dall’oste. Una serie di vicende che si sviluppano nell’arco di molti anni e apparentemente scollegate le une dalle altre. Ma c’è stato un omicidio. Forse più di uno.
É un giallo anomalo, dove non si sa chi è la vittima. Il lettore leggerà di questi fatti godendo dell’unicità e dell’autonomia di ciascun capitolo, ma, ricordando il filo d’argento che lega ciascuno di essi, giungerà al finale sorprendente.