Se l’insorgere della pandemia ha causato da un lato molte sofferenze e restrizioni, è anche vero che dall’altro ha portato a maggiore corresponsabilità tra cittadini e vicinanza alle persone più in difficoltà. “Torino solidale” ne è un valido esempio. Un’iniziativa del Comune di Torino a cui fanno parte una rete di associazioni, tra cui il Gruppo Abele e altri enti del terzo settore.
L’obiettivo è tamponare con misure temporanee la crisi economica e la mancanza di beni primari presente all’interno di quei nuclei familiari già poveri. Un’iniziativa che è partita a marzo 2020 e che continuerà fino a giugno 2021.
Nello specifico la nostra associazione, già dal dal 3 dicembre 2020, è diventata uno dei punti di snodo e di distribuzione di pacchi spesa contenenti derrate alimentari che, di fatto, completa il lavoro che già avevamo iniziato nel primo lockdown.
Come racconta Lucia Bianco, responsabile del progetto Genitori e Figli, fin dall’inizio del Covid19, il Gruppo Abele ha risposto ai bisogni di molte delle famiglie che frequentano abitualmente le nostre attività.
Per essere vicino a tutte questi nuclei in difficoltà, durante tutto il mese scorso i nostri operatori e volontari, pettorina rossa con il logo dell’associazione sopra maglioni di lana e cappotti, hanno distribuito 360 pacchi. All’interno erano presenti anche giochi, materiale di cancelleria e qualche libro. Ci siamo resi conto che per molti bambini il percorso educativo si era interrotto il giorno stesso della chiusura delle scuole.
L’impegno per questo mese in corso è di creare maggior impatto raggiungendo altre 282 famiglie ed arrivando a distribuire 642 pacchi totali.
Il progetto continua anche perché l’emergenza non è finita. Le storie ascoltate nel mese di dicembre ci dicono che i problemi legati alla diminuzione o alla perdita del lavoro non si risolveranno facilmente.
Oltre alla partecipazione a Torino Solidale, non si è mai fermata la nostra iniziativa autofinanziata grazie alle donazioni dei pacchi spesa per le famiglie più in difficoltà. Ora più che mai continua a servire impegno e responsabilità, se vogliamo davvero tornare a una normalità che non sia per pochi, ma che torni a essere di tutti.