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NotizieDopo quasi un anno la Venere degli Stracci saluta il Gruppo Abele

Arrivata lo scorso settembre, inaugurata il 16 dello stesso mese, l'opera di Michelangelo Pistoletto è stata un vero e proprio simbolo della sede del Gruppo Abele per la potenza del suo messaggio. La Venere lascerà la fabbrica delle "e" lunedì 26 luglio

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Termina lunedì 26 luglio la tappa della Venere degli Stracci al Gruppo Abele. Una sosta lunghissima, quella che si è concessa la grande signora in bianco nella nostra Fabbrica delle "e", dove ha condiviso con operatori e tanti visitatori momenti difficili della storia della contemporaneità. L'opera, iconica, di Michelangelo Pistoletto datata 1967, è stata infatti allestita il 10 settembre dello scorso anno e presentata al pubblico il 16 successivo.

"Nella Venere degli stracci io vedo una provocazione politica. Provocazione forte perché in quest’epoca le povertà sono cresciute a dismisura, hanno toccato livelli mai visti nella storia. E gran parte dell’umanità vive da 'stracciona', privata di dignità, di lavoro, di libertà. In quegli stracci io vedo le moltitudini dei migranti, dei rifugiati, degli esclusi. Persone che in questa 'Fabbrica' del Gruppo Abele sono di casa". Con queste parole, il fondatore dell’associazione Gruppo Abele, don Luigi Ciotti, aveva spiegato le motivazioni per cui la Venere degli stracci, opera e in grado di attraversare le epoche e la Storia reinterpretandole, giungesse nella casa del Gruppo Abele, la Fabbrica delle "e": uno spazio che costruisce reti, relazioni, scambi e incontri, in cui la bellezza e l’arte si incrociano con le storie di uomini e donne, bambini e adulti, italiani e migranti. Proprio per questo è stato luogo ideale per ospitare la Venere itinerante in luoghi di frontiera e di accoglienza delle sofferenze umane, ma anche animati da speranze e segnali di futuro.

Il progetto è stato reso possibile dalla collaborazione del Gruppo Abele con il Dipartimento Educazione Castello di Rivoli che da tempo condivide con Michelangelo Pistoletto, Cittadellarte Fondazione Pistoletto e la Rete Ambasciatori Terzo Paradiso, un percorso culturale e di ricerca, volto a superare i confini tra arte e vita - attitudine che accompagna Pistoletto da sempre.

In particolare la Venere degli stracci – opera simbolo dell’Arte Povera e icona della cultura di consumo contemporanea – negli ultimi anni è già stata accolta in luoghi simbolo di emergenza sociale, come l’Isola di Lampedusa, il MAAM Museo dell’Altro e dell’Altrove di Roma, la città di Ventimiglia con il complesso delle Gianchette. "Vedo in quella Venere – aveva detto don Ciotti – la bellezza che potrebbe sorgere se fossimo in grado di accogliere i migranti, di ospitarli come fratelli in una società giusta e solidale. Imparando a riconoscere gli altri non solo fuori e attorno a noi, ma dentro di noi. Sentendo sulla nostra pelle le loro ferite e le loro speranze".

Anna Pironti, responsabile Capo del Dipartimento Educazione Castello di Rivoli, spiega oggi che "Già sul finire degli anni ‘60, la Venere degli stracci di Michelangelo Pistoletto apriva a una diversa prospettiva artistica, creativa ma anche politica. La Venere, rinunciando a esibire il suo primato estetico, proponeva una nuova visione dell’arte, della vita e della responsabilità sociale, connessa alle pratiche artistiche. Dopo mezzo secolo l’opera mantiene inalterata la sua grandezza, l’aderenza al termine contemporaneo, l’adesione al contesto sociale e alla storia: tutto questo può essere inteso come il prodotto autentico dell’Arte Contemporanea".

L’evento è condiviso con Cittadellarte - Fondazione Pistoletto, Dipartimento Educazione Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea e Rete Ambasciatori Terzo Paradiso.

Leggi la notizia dell'arrivo della Venere lo scorso settembre

Guarda su youtube il video con le parole di Luigi Ciotti

(lucia bianco, progetto Genitori&Figli del Gruppo Abele)

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