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NotizieMi chiamo Assia. E sarò la donna che voglio essere

A partire dalla storia di Assia, per questa Giornata Internazionale della donna abbiamo voluto fare luce sulla questione della povertà educativa: per provare a rimuovere alla radice le cause della disparità di genere. Ecco cosa puoi fare tu

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Mi chiamo Assia.
Ho quasi 9 anni.
La mia mamma si chiama Nisrine, il mio papà Samir.
Prima del Covid mamma non lavorava e nemmeno adesso riesce a trovare un lavoro.
Prima del Covid papà costruiva case e andava tanto in alto, vicino vicino alle nuvole.
Quando è arrivato il virus il lavoro di papà si è fermato.
All’inizio era divertente. Stavamo a casa sempre insieme, tutti i giorni.
Io andavo a scuola, la scuola era sul cellulare di mamma. Mi ricordo che i miei amici mi facevano ridere perché erano piccoli come gnomi.
Poi un giorno ho smesso.
Mamma mi ha detto che non poteva più fare la ricarica del cellulare e quello di papà è troppo vecchio, non ha nemmeno whatsapp.
Quando la scuola ha riaperto è stato molto difficile. Facevo anche tanta fatica a capire i miei amici e l'italiano, perché mamma e papà lo parlano poco a casa. E con i compiti e le materie sono rimasta indietro.
Grazie alle maestre della Drop House, adesso sto recuperando in fretta.



La storia di Assia somiglia a troppe altre.
Storie figlie del Covid, del lockdown, della chiusura ripetuta delle scuole, ma che in verità ci parlano di un problema molto più esteso.
Perché se è vero che la povertà educativa in Italia non fa sconti a nessuno, è vero anche che colpisce soprattutto quelle fasce di popolazioni già in sofferenza. Nel nostro Paese, il tasso di abbandono scolastico è superiore al 13% (contro una media europea inferiore al 10%). A parità di titolo di studio, le ragazze hanno meno opportunità di impiego. E oltre il 25% delle giovani italiane fra i 15 e i 29 anni non studiano né lavorano.
Per questo motivo, in occasione della Giornata internazionale della donna, abbiamo voluto illuminare una situazione spesso sottovalutata: per provare a rimuovere alla radice le cause della disparità di genere.

Al Gruppo Abele da tempo abbiamo avviato progetti per far fronte alla dispersione scolastica: spazi compiti pensati per chi, come Assia, dopo il Covid si è trovato a dover rincorrere gli altri; raccolta di materiali (cancelleria, libri, tablet) per le famiglie in condizione di privazione economica; corsi di alfabetizzazione per bambine e bambini, ragazze e ragazzi appena arrivati in Italia che si stanno inserendo nel mondo della scuola.



Nelle volontarie di aiuto ai compiti in Drop House, Assia ha trovato un motivo per tornare a credere nella forza dei propri sogni.
Perché la sua storia non è già scritta come una storia di sconfitta.
Insieme possiamo scrivere un finale diverso.




(pf)

In questo articolo Cultura e formazione, Famiglie, Giovani

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