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NotizieNessuno è una causa persa. Il progetto di Gruppo Abele e Beccari per i ragazzi sospesi

Per tutto lo scorso anno scolastico, insieme con il plesso di Barriera di Milano dell'Istituto professionale di Torino, abbiamo messo in piedi un percorso finalizzato a contrastare le dispersione scolastica

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Alberto non conosceva il significato profondo della parola “responsabilità”. Nel suo intricato condominio mentale, responsabilità era come quelle vecchie inquiline barbose che non aprono mai la porta di casa a nessuno, tracciano pignolerie alle assemblee e si lamentano per la musica ad alto volume.
Alberto ha 16 anni e frequenta l’istituto Beccari. Quello che gli stiamo attribuendo è un nome di fantasia, nel rispetto della privacy e del suo vissuto, ma anche per dire che storie come quelle di Alberto affollano a decine le aule scolastiche.
Nello scorso anno scolastico, Alberto è stato sospeso tre volte.Il ritorno a scuola dopo il periodo di Dad ha pesato, e molto, sul suo equilibrio emotivo e sui rapporti con gli altri nel contesto-scuola. Alberto, e come lui tante ragazze e tanti ragazzi, non hanno faticato solo nel riacquisire familiarità con i programmi scolastici (e, in molti casi, quelli di tante bambine e bambini che ancora non avevano completato il percorso di acquisizione della lingua italiana), ma hanno trovato ostico l’adattarsi alla condivisione degli spazi, dei tempi, delle regole.

Alberto è arrivato al Gruppo Abele, in Drop House, spaesato. C’è arrivato all’interno del percorso che, insieme alla sua scuola, abbiamo tracciato per gli e le adolescenti sospesi dalle lezioni per questioni disciplinari all’interno del progetto Liberi di Crescere.
E possiamo ripartire dall’inizio.
Alberto non conosceva il significato della parola “responsabilità”. In questo lungo tempo di vuoto emotivo è come se l’avesse persa di vista. Con lui ci siamo parlati, perché capirne le ragioni, o almeno dargli modo di venire a galla, significa liberarsi dei preconcetti che ognuno si porta dietro dalla propria carriera a scuola. È allora che Alberto ci ha parlato della didattica a distanza. Ha dato forma a quel periodo in cui i giorni si ripetevano tutti i uguali, comodi solo all’apparenza ma tremendamente noiosi nella pratica quotidiana. Giorni in cui Alberto si è sentito solo e quando gli sono crollate alcune certezze.

Non intorno a lui, ma insieme a lui e ai suoi docenti abbiamo pensato allora a un ruolo di responsabilità in cui gli spettasse fare da guida. E così Alberto l’indisciplinato si è trovato a diventare Alberto il prof, ad aiutare, nello spazio compiti pomeridiano in Drop House, bambini più piccoli con le loro fatiche scolastiche.

È solo un esempio, questo, che spiega un progetto assolutamente ripetibile e che prova a dare una risposta forse semplice ma comunque nei fatti efficace a un fenomeno: quello della dispersione scolastica legate ai provvedimenti disciplinari. È nei tempi morti delle sospensioni infatti, che molte ragazze e molti ragazzi maturano il loro scoramento nei confronti del sistema scolastico, finendo per sentirsi non pienamente compresi.

Il progetto, in collaborazione con l’Istituto Professionale J.B. Beccari di Torino rientra in Liberi di Crescere, finanziato dalla Fondazione Con i Bambini a contrasto della povertà educativa e nello scorso anno ha coinvolto 5 tra studentesse e studenti.

LE ALTRE AZIONI DI LIBERI DI CRESCERE



La costruzione dell'orto scolastico all'Istituto Comprensivo Corso Vercelli

La passeggiata monitorante per le strade di Barriera di Milano

(piero ferrante)

In questo articolo Famiglie, Giovani, Lotta alla povertà

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