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NotizieScommettiamo che un giocatore d'azzardo perde sempre?

Un educatore del Gruppo Abele, è uno dei due operatori che gestiscono "Vite in gioco", sportello itinerante e linea telefonica per supportare, oltre ai giocatori problematici, le vittime indirette dei rischi legati all'azzardo ovvero le famiglie. Qui racconta il senso del coinvolgimento dell'associazione nel progetto, per cui ha anche ideato e realizzato il logo

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Un educatore del Gruppo Abele, è uno dei due operatori che gestiscono “Vite in gioco”, sportello itinerante e linea telefonica per supportare, oltre ai giocatori problematici, le vittime indirette dei rischi legati all’azzardo ovvero le famiglie. Qui racconta il senso del coinvolgimento dell’associazione nel progetto, per cui ha anche ideato e realizzato il logo.

Un omino stilizzato con il segno del punto interrogativo di colore nero, in bilico su un dado da gioco rosso e che trova l’equilibrio grazie ai pesi di una bilancia. Ecco l’immagine che accompagna “Vite in gioco”.

È ispirata da una metafora che spesso gli operatori del SerD della Asl To 5, finanziatori del progetto, hanno usato per spiegare il senso del nostro contributo a questa iniziativa: “Tu sei la nostra sentinella e dovrai formare delle sentinelle sul territorio”.
La metafora della sentinella mi è tanto cara e attingo dalla Bibbia il suo significato fondamentale, nel Libro del profeta Isaia, “Custos, quid nocte?”: “Sentinella, quanto resta della notte?”.
Nel testo di Isaia la domanda viene rivolta a un custos. La sentinella si prende cura della città, veglia sul sonno degli altri, sorveglia le mura per allertare di un pericolo o di un rischio come può essere quello del gioco.
Questa domanda nasce dalla stanchezza dell’attesa, dall’impazienza di chi vorrebbe tutto e subito, come una vincita di denaro.
In un certo senso, questa notte improvvisa, innaturale, popolata da brutti sogni e cattivi presagi, ha in sé qualcosa di spaventoso ma anche, misteriosamente, il presentimento indistinto d’una possibile rinascita.
Se ora non fossimo qui a domandarci a che punto è la notte, saremmo certamente perduti; invece ce lo stiamo domandando, e chi si fa questa domanda si è già svegliato e non si lascia più sorprendere.
Il nostro sonno è durato anche troppo; ora è sopraggiunto il tempo della veglia, e anche se sentiamo che sarà una veglia spossante e difficile, pure sentiamo che in questa veglia si concentrano le nostre residue possibilità di salvezza.
L’uomo stesso è fondamentalmente una domanda, un cercatore di senso, di luce e di vita.
Il nostro obiettivo è essere collezionisti di domande e suscitatori di domande.

Il logo, poi, rende visibile la posta in gioco nel gioco d’azzardo.
La bilancia è il simbolo della giustizia, è associata alla misura, alla prudenza, all’equilibrio. Nell’Iliade Zeus si serve di bilance d’oro per pesare il destino degli uomini. Indica l’equilibrio tra il buono e il cattivo.
Sul piatto della bilancia c’è il denaro che puoi vincere o perdere. Non solo e non sempre. C’è il piacere di giocare in se stesso, quell'attimo di indicibile ebbrezza in cui la vita è in bilico tra salvezza e rovina, l’ebbrezza di poterla buttare via con l'onnipotenza di un dio immortale o la naturalezza del bambino al mare che, dopo aver costruito pazientemente il suo castello di sabbia, con un sol gesto lo distrugge.
Sul piatto della bilancia ci sono i valori fondamentali della vita che spesso a causa del gioco d’azzardo vanno in frantumi.

Scommettiamo che un giocatore perde sempre? Perde denaro, dignità e tempo. E quando vince non farà altro che rincorrere le perdite.

(pasquale somma, educatore del Gruppo Abele)

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