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Dai numeri incrociati dei recenti rapporti del Centro Idos e di Caritas Migranti su immigrazione e lavoro in Italia, gli effetti dell'intreccio perverso tra pandemia e sistema di sfruttamento dei migranti

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Se è da sempre che lotti per tenerti a galla è probabile che sarai tra i primi ad arrendersi alla tempesta, a farsi buttare sotto dalla nuova ondata. Se sei straniero, se conosci bene il “distanziamento sociale” e hai visto durante la prima emergenza Covid il salario – già più basso (del 35%) di quello del compagno di lavoro italiano - diminuire ancora fino a dissolversi o la paga da bracciante scendere da 4.50 a 3 euro l’ora, gli effetti della pandemia rischiano di essere senza ritorno. Di spingerti verso uno sfruttamento sempre maggiore o l’irregolarità.
L’allarme è del Centro Idos e di Caritas Migranti, che nei due rapporti-fotografia dell’immigrazione nel 2019 presentati nei giorni scorsi hanno allungato lo sguardo fino ai primi mesi di quest’anno. Quando nel settore agricolo gli stranieri sfruttati sono aumentati del 20% e la giornata di lavoro è arrivata a essere anche di 15 ore. “Effetti dell’intreccio perverso tra pandemia e sistema di sfruttamento dei migranti – scrive Marco Omizzolo, sociologo, tra gli autori del Dossier del Centrostudi Idos – a cui si è aggiunta la crescita esponenziale dell’arrendevolezza, del considerare se stessi come secondari rispetto al destino degli italiani, del rinunciare spesso alle giuste rivendicazioni”.
Nello stesso periodo non solo sono diminuiti gli occupati, ma è aumentato il numero di chi si è arreso: “Le difficoltà del momento colpiscono drammaticamente la fiducia delle persone – spiega il Rapporto Immigrazione Caritas – rendendo complesso per chi perde il lavoro anche solo immaginare di poterne trovare un altro. Si rinuncia quindi del tutto alla ricerca di una nuova occupazione”. Hanno perso anche la speranza e ora, di fronte alla seconda ondata Covid, rischiano di non trovare più le forze e di lasciarsi sommergere.

(barbara saporiti)

In questo articolo Immigrazione, Lavoro

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