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NotizieSulle dipendenze non serve la "tolleranza zero" ma una piena responsabilità della politica

Il coordinamento nazionale delle comunità di accoglienza di cui il Gruppo Abele fa parte, presenta al nuovo Governo, per voce del vice presidente Riccardo De Facci - la lista della priorità per una gestione responsabile del fenomeno delle dipendenze

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Il coordinamento nazionale delle comunità di accoglienza di cui il Gruppo Abele fa parte, presenta al nuovo Governo, per voce del vice presidente Riccardo De Facci - la lista della priorità per una gestione responsabile del fenomeno delle dipendenze.

“Dinanzi all’evoluzione di un fenomeno droghe e dipendenze sempre più sfaccettato, non serve la ‘tolleranza zero’, che abbiamo sperimentato – non solo in Italia – per trent’anni, con risultati insieme modesti e nocivi”, dichiara Riccardo De Facci, vicepresidente del Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (CNCA), con delega per le Dipendenze. "Occorre, piuttosto, un’assunzione di responsabilità piena da parte della politica, che dovrebbe dare risposte concrete e sensate a ragazzi, famiglie e mondi educativi che fanno i conti ogni giorno con un’evoluzione tumultuosa del fenomeno droghe: 600 sostanze psicoattive nuove in arrivo sul mercato; il ritorno di grandi piazze di spaccio per i consumatori più marginali (Rogoredo, Prato, Scampia); un terzo degli studenti che ha sperimentato almeno una volta una sostanza psicoattiva.”

“Per questo ci rivolgiamo al nuovo governo e al ministro che avrà la delega per le Dipendenze”, continua De Facci, “affinché si metta fine a una stagione segnata da una visione ideologica fallimentare, per costruire insieme a tutti gli addetti ai lavori una nuova politica per le droghe e le dipendenze"

Le misure indispensabili:

1. Una totale riscrittura del Dpr 309, adottato nel 1990, che ancora regola l’approccio istituzionale al fenomeno, quando in trent’anni è cambiato tutto.

2. Un piano nazionale di interventi – interministeriale, che coinvolga Regioni ed Enti locali insieme con le grandi reti di intervento – sulle nuove dipendenze (gioco d’azzardo, internet…), l’alcol, le sostanze stupefacenti, anche applicando i nuovi LEA sula riduzione del danno e dei rischi e sul gioco d'azzardo.

3. Un piano nazionale di prevenzione e salute nelle scuole, che veda insieme il ministero della Salute, quello dell’Istruzione e le organizzazioni territoriali (Enti locali e terzo settore).

4. Una forte azione di contrasto al grande traffico di droghe che intervenga anche sulla vendita via internet e nuovi media.

5. Una strutturale e continua relazione con il mondo degli esperti, degli addetti ai lavori e della società civile, non ascoltato da anni, valorizzando adeguatamente la Consulta degli esperti già prevista per legge e organizzando, finalmente, quella Conferenza nazionale sulle tossicodipendenze attesa da anni da tutto il mondo degli operatori.

6. Un ricorso strutturale ai percorsi di messa alla prova e alle altre misure alternative al carcere per le persone tossicodipendenti e consumatrici inserite nei circuiti della giustizia penale, così da offrire a costoro una risposta adeguata alla loro condizione, e ridurre significativamente il numero di persone in carcere senza che ve ne sia una reale necessità. Un’esigenza che lo stesso sistema penitenziario avverte con forza, e che deve prevedere anche una revisione di quei numerosissimi invii alle Prefetture totalmente inutili.

“Queste proposte non sono solo nostre”, conclude il vice presidente del CNCA. “La stragrande maggioranza degli addetti ai lavori ne condivide l’opportunità e l’urgenza. In molte di queste battaglie, negli anni scorsi, abbiamo avuto accanto onorevoli e senatori dell'attuale maggioranza, a cui chiediamo attenzione e responsabilità anche per il futuro. Ci auguriamo che il nuovo governo abbia il coraggio di investire davvero nel cambiamento e non nelle vecchie ricette.”

(www.cnca.it)

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