22 Feb Tagli al sociale: l’appello di Don Gallo
In tre anni – dal 2008 a oggi – i fondi per le politiche sociali hanno subito un calo di quasi l’80%: significa due miliardi di euro in meno da destinare ai progetti e ai servizi per le fasce deboli.
Questi tagli stanno letteralmente “strangolando” il mondo del sociale: tante le realtà costrette a chiudere, gli interventi soppressi, gli operatori che da mesi attendono gli stipendi e lottano per costruire condizioni di lavoro più dignitose. Questo perché i tagli colpiscono il livello territoriale: sono risorse sottratte agli enti locali e di conseguenza a tutte quelle realtà del pubblico e del privato sociale che con essi collaborano. Restano invece invariate le prestazioni monetarie gestite a livello nazionale. “Un insieme di misure ingessate – le definisce l’economista Sergio Pasquinelli (lavoce.info) – poco efficienti e perequative, che assorbono i quattro quinti della nostra spesa sociale”. Eppure più difficili da sacrificare, perché sono quelle con il ritorno più immediato, per chi governa, in termini di comunicabilità e quindi consenso.
Queste scelte penalizzano il welfare su tutto il territorio nazionale, dal nord al sud. Una delle situazioni più critiche è in Campania, dove i dipendenti delle 300 cooperative sociali che in tutta la regione lavorano accanto ai malati, alle vittime di violenza e ai minori abbandonati, da tempo non vedono un salario. Ma l’ultimo allarme arriva dalla Liguria. A lanciarlo don Andrea Gallo, storica figura del volontariato genovese. Il fondatore della Comunità di San Benedetto al Porto, che accoglie persone con problemi di dipendenza, emarginazione, disagio psichico, denuncia il momento critico che la sua associazione sta vivendo a causa del ritardo nei pagamenti da parte delle Asl. Se non si riuscirà a sbloccare la situazione è possibile che alcune attività siano sospese, così come i contratti dei collaboratori.
Un problema che riguarda l’intera zona. In Liguria peseranno per 25 milioni di euro i tagli, previsti in Finanziaria, al “Fondo per le politiche sociali” e al “Fondo per la non autosufficienza”, che in passato è stato motivo d’orgoglio per l’assistenza sociale della regione. Su 15 mila operatori, il 30% potrebbe perdere a breve il posto di lavoro.
“Non è giusto scaricare sugli ultimi, sui soggetti con più difficoltà, i costi di manovre finanziarie e piani di assestamento criminali. – ammonisce don Gallo in un appello che invita tutti i cittadini a dare una mano – Mobilitiamoci per creare alleanze, strategie comuni, reti di solidarietà”.
Il rischio altrimenti è di “sanitarizzare” sempre più l’assistenza, spostarla verso le situazioni più gravi e ridurne i contenuti più propriamente “sociali”, di accompagnamento, promozionali, ambientali. Di rinunciare insomma a tutto ciò che è prevenzione e contributo alla giustizia sociale, per intervenire solo sull'”emergenza”. Con costi – economici e umani – ben più alti.
Principali fondi statali a carattere sociale (milioni di euro)
2008
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2009
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2010
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2011
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Fondo nazionale politiche sociali
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929,3
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583,9
|
453,3
|
275
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Fondo politiche per la famiglia
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346,5
|
186
|
185,3
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52,5
|
Fondo per la non autosufficienza
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300
|
400
|
400
|
0
|
Fondo per le politiche giovanili
|
137,4
|
79,8
|
94,1
|
32,9
|
Fondo servizi per l’infanzia-Piano Nidi
|
100
|
100
|
0
|
0
|
Fondo sociale per l’affitto
|
205,6
|
161,1
|
143,8
|
33,5
|
Fondo per il servizio civile
|
299,6
|
171,4
|
170,3
|
113
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Fonte: A. Misiani, Finanziaria 2011 : fine delle politiche sociali? e legge di stabilità 2011.