NotizieUn porto sicuro per le fragilità migranti

Da meno di un anno abbiamo aperto un servizio, rientrante nel Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo, che accoglie persone che necessitano di un sostegno sanitario per gravi problemi di salute

  • Condividi

Da meno di un anno abbiamo aperto un servizio, rientrante nel Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo, che accoglie persone che necessitano di assistenza e sostegno continuativo a causa di gravi problemi di salute. Una delle storie che abbiamo accompagnato è quella di Joy. Ci racconta di essere in Italia da 8 mesi e di aver intrapreso il viaggio perché in Nigeria in nessun ospedale riuscivano a farla stare meglio. Dai primi accertamenti fatti una volta sbarcata in Italia emerge anche la sua sieropositività. Così Joy, che venendo in Italia sperava in una risoluzione del suo problema, si trova a dovere fare i conti con una situazione ben peggiore di quella che si era immaginata. I primi giorni di permanenza nella nostra comunità sono scanditi da lunghi silenzi e dall’abituarsi a condividere il tempo e lo spazio con persone mai incontrate prima. Con il tempo inizia a scambiare qualche parola prima con gli altri ospiti e poi anche con noi operatori, con i quali inizia a raccontare piccoli brandelli della propria storia. Iniziano le attività formative e ricreative che rappresentano per Joy un’occasione in più per scoprirsi, per tornare a sorridere e, grazie alla reciproca fiducia instauratasi, raccontare sempre più di sé stessa. Grazie alla facilità con la quale in poco tempo impara l’italiano le viene prospettata la possibilità di prestare del volontariato presso la biblioteca comunale e accetta di buon grado, impegnandosi con profitto. Purtroppo, le condizioni di salute non migliorano ed è costretta ad affrontare un nuovo ricovero ospedaliero, al termine del quale però è più determinata di prima nell’affrontare le piccole e grandi sfide quotidiane. Dopo poco più di quattro mesi, Joy sembra un’altra persona, sicuramente più consapevole delle proprie capacità e, soprattutto, più sorridente.

(monica baldassa, operatrice del progetto Sprar territoriale 'Vic' gestito dal Gruppo Abele)

Cosa facciamoDa sempre accanto agli ultimi