NotizieLa mia casa non è un albergo

"Abitare" deriva dal latino, habitare, e assume un significato continuativo del verbo habere. Più in generale è legato al concetto di frequentare assiduamente un luogo, viverlo e identificarlo come posto in cui mi trovo e gli altri possono trovarmi. Abito perché sto in un posto, è casa mia e la mia casa non è un albergo. Abito, e spesso lo faccio con altri, siano essi abitanti insieme a me o ospiti di passaggio.Da quasi due anni l'ex convento delle Piccole Serve del Sacro Cuore di Gesù, in Via delle Orfane 15, è, nel senso etimologico del termine, abitato da un gruppo di giovani che decidono di dedicare una parte della propria vita all'accoglienza e alla condivisione degli spazi e del tempo con altri giovani che si trovano in un momento di difficoltà

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“Abitare” deriva dal latino, habitare, e assume un significato continuativo del verbo habere. Più in generale è legato al concetto di frequentare assiduamente un luogo, viverlo e identificarlo come posto in cui mi trovo e gli altri possono trovarmi. Abito perché sto in un posto, è casa mia e la mia casa non è un albergo. Abito, e spesso lo faccio con altri, siano essi abitanti insieme a me o ospiti di passaggio.
Da quasi due anni l’ex convento delle Piccole Serve del Sacro Cuore di Gesù, in Via delle Orfane 15, è, nel senso etimologico del termine, abitato da un gruppo di giovani che decidono di dedicare una parte della propria vita all’accoglienza e alla condivisione degli spazi e del tempo con altri giovani che si trovano in un momento di difficoltà.
Il sogno di Via delle Orfane 15 non è semplicemente quello di venire incontro ad una esigenza abitativa, ma di aiutarsi a crescere insieme attraverso lo scambio di storie, esperienze, culture diverse (a volte agli antipodi) per ripartire verso il futuro più arricchiti e capaci. La casa è un posto caldo e accogliente dove le relazioni che si instaurano sono paritarie e di natura amicale, le stesse che si potrebbero trovare in un qualsiasi insieme di inquilini che vivono in un alloggio in centro a Torino.

E’ innanzitutto importante per noi che il singolo non “perda se stesso” nel grande gruppo e nelle dinamiche collettive; si viene da subito spronati a vivere l’esperienza della coabitazione come ad un periodo di tempo utile e bello ma finalizzato ad acquisire sicurezza per poi poter camminare con le proprie gambe. Nella pratica, ciò significa che ognuno vive la propria vita e i propri impegni cercando di rafforzare e raggiungere pienamente l’autonomia su più piani: da quello materiale/economico/lavorativo, a quello personale/affettivo/sociale. Il tutto con l’appoggio e la disponibilità che in casa cerchiamo di avere sempre gli uni per gli altri. Altro elemento fondante del nostro coabitare è il rispetto reciproco e il non giudizio: in Via delle Orfane 15 vivono insieme persone portatrici di narrazioni non solo diverse ma spesso opposte e ci deve essere respiro sufficiente perché si conviva serenamente a prescindere da presupposti culturali, convinzioni politiche, credenze religiose, orientamenti e identità sessuali.

A chi abita viene chiesto quindi di rinunciare a ciò che crede di sapere sugli altri e di incontrare i suoi coinquilini nella quotidianità saltando oltre la staccionata degli stereotipi e dei preconcetti. Ma la casa non è abitata solo da chi ci vive tutti i giorni: è una zona franca aperta al territorio e a realtà diverse. Ci piace pensare che sia un punto d’incontro tra esterno ed interno e permetta quindi uno scambio bidirezionale tra la nostra esperienza e quella di altri.
Esempi concreti di questo dialogo con la città sono esperienze come l’annuale Festa della Musica del Quadrilatero, con cui collaboriamo già da due edizioni aprendo il nostro cortile a musicisti e spettatori o il corso di chitarra per giovani tenuto dall’associazione Guitare Actuelle che si tiene in una delle stanze della casa.

E l’accoglienza si moltiplica ospitando per tutto l’anno, a volte una sola notte, altre una settimana intera, gruppi di scout, Parrocchie o associazioni che vengono ad approfondire con noi temi sociali o a riflettere sul vivere insieme in comunità. Parlare di casa nostra a volte è difficile perché difficile è racchiudere in una sola parola tutto questo e tanto altro che succede tra il nostro cortile e il campanile: potremmo dire che siamo un co-housing, ma molto significato andrebbe perso. Sicuramente non siamo albergo in cui si torna solo a dormire. Via delle Orfane 15 è una casa in cui trovare dei fratelli e delle sorelle che, come in una famiglia, non ci siamo scelti e con cui cerchiamo cosa ci fa felici, contro la paura del futuro che a volte sembra non ci sia.

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(marco fanton, Via delle Orfane 15)

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