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NotizieCovid e popolazione fragile, al via la campagna di tamponi rapidi

Partita a Torino, dal Drop In del Gruppo Abele in via Pacini, la campagna di tamponi rapidi Covid nelle strutture che accolgono le persone più fragili: "Un'iniziativa di grande valore, che non va letta però nell'ottica dell'assistenzialismo e nemmeno della mera solidarietà. Si tratta infatti di un prezioso tassello di giustizia sociale", ha commentato Luigi Ciotti

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Proteggere le fasce più deboli della popolazione, supportando le associazioni di volontariato nella prevenzione e nel contenimento dell’epidemia. Con questo obiettivo è partita, proprio dal Drop In del Gruppo Abele, l’iniziativa dell’Ordine dei Medici di Torino che, in collaborazione con la Regione e le stesse associazioni, sta intervenendo nelle strutture che accolgono le persone più fragili (mense, dormitori, centri diurni, centri di assistenza sanitaria) effettuando test antigenici rapidi per individuare il contagio da Covid.

Sono 1.000 i test previsti da qui alla metà di gennaio, messi a disposizione dalla Regione che ha fornito anche i dispositivi di protezione: tutti gli eventuali positivi vengono sottoposti a tampone molecolare, segnalati sulla piattaforma regionale Covid e, in caso di necessità, isolati in strutture come i Covid hotel. Lunedì i medici dell’Ordine, con i componenti della Commissione Solidarietà, sono stati al Drop In di via Pacini e mercoledì negli ambulatori di Camminare Insieme, presso l’Opera Pia Barolo. Sono state verificate le condizioni di salute degli utenti e dei pazienti attraverso tamponi rapidi, test effettuati anche sui dipendenti e i volontari. Circa 70 quelli effettuati lunedì e 40 mercoledì, con un tasso di positivi del 2 per cento.

L’iniziativa proseguirà nelle prossime settimane a Torino e nell’area metropolitana con il supporto di diverse associazioni (Rainbow for Africa, Ccm, World Friends, Danish Refugee Council, Gruppo Abele, Camminare Insieme, oltre al Banco Farmaceutico che fornisce i medicinali) e sarà rivolta alle persone che vivono in condizioni di estrema povertà, ai senza fissa dimora, ai migranti.

“È un’iniziativa di grande valore, che non va letta però nell’ottica dell’assistenzialismo e nemmeno della mera solidarietà - ha detto Luigi Ciotti, fondatore e presidente del Gruppo Abele -. Si tratta infatti di un prezioso tassello di giustizia sociale, perché il diritto alla salute, cioè alla vita, è fra tutti quello fondamentale, su cui costruire società inclusive, capaci di riconoscere la nostra diversità di persone e la nostra dignità di cittadini”.

“Lo scopo primario del progetto è non lasciare indietro nessuno, permettere che tutti abbiano almeno un’assistenza sanitaria minima - ha spiegato il presidente dell’Ordine dei Medici Guido Giustetto -. Intervenire in questi contesti non è però solo un’iniziativa di carattere etico e umanitario, ma anche un modo per tutelare la salute pubblica, contribuire a ridurre contagi, ricoveri ospedalieri e decessi”.

(foto rita rapisardi)

In questo articolo Luigi Ciotti

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