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NotizieIl lockdown e il variegato mondo delle sostanze psicoattive e dei servizi che dovrebbero occuparsene

La tradizionale Summer School promossa come ogni anno da Forum Droghe, CNCA e CTCA ha affrontato il tema dell'impatto dell'emergenza sanitaria sul mondo del consumo di sostanze e sulle persone che lo abitano

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La tradizionale Summer School promossa, di ritorno dalle vacanze, come ogni anno da Forum Droghe, CNCA e CTCA non si è tenuta nella storica e suggestiva cornice fiorentina ma online, a causa delle restrizioni correlate alla pandemia. Ne ha, ovviamente, risentito il confronto informale fra i partecipanti (operatori e attivisti di tutta Italia) che costituisce il vero valore aggiunto di appuntamenti come questo. Tuttavia, l’utilizzo di chat e lavagne virtuali ha parzialmente compensato queste carenze e di sicuro aumentato l’interattività fra partecipanti e relatori durante gli interventi.

Il focus: “Le droghe ai tempi del Covid19. Lezioni apprese perché nulla sia come prima”, non poteva ovviamente che riguardare l’impatto dell’emergenza sul mondo del consumo di sostanze e sulle persone che lo abitano.

Diversi studi, di livello nazionale e internazionale, hanno affrontato i temi dell’incidenza sui modelli di consumo, la risposta dei servizi e i diritti dei consumatori. La Summer School è stata l’occasione per presentarli e per confrontarsi sui risultati, i quali hanno confermato alcune aspettative e rivelato qualche sorpresa. Soprattutto è parso evidente come le principali criticità fossero preesistenti all’emergenza Covid19, e come questa in realtà le abbia solamente amplificate e rese maggiormente visibili.

Contro ogni previsione, l’incidenza della pandemia sui target più fragili non ha portato a esiti catastrofici, si è anzi rivelata (anche se le informazioni a disposizione sono ancora provvisorie) addirittura più contenuta rispetto alla media del Paese. In questo senso un plauso va ai servizi dedicati a queste fasce di popolazione, i quali hanno saputo reagire in modo efficiente e flessibile, valorizzando la ricchezza del lavoro relazionale, laddove la possibilità di fornire prestazioni sanitarie era ridotta ai minimi termini. Dopo un primo momento di panico, gli operatori e le operatrici hanno saputo rispondere in chiave creativa ai timori suscitati dal diffondersi del contagio e alle restrizioni burocratiche che hanno portato alla luce, ancora una volta, disparità e disuguaglianze nella possibilità di salvaguardia della salute per le fasce sociali più deboli.

A subire in modo particolare gli effetti delle restrizioni sono stati coloro che già vedono ristretti i loro orizzonti, e cioè i carcerati. Impossibilitati a ricevere l’affetto dei propri cari si sono visti, in molti casi, privati anche di quel supporto che si rivela essere un elemento essenziale nell’affrontare la restrizione della libertà a cui sono sottoposti.

Dunque, sebbene l’emergenza sanitaria non sia finita e nonostante le limitazioni imposte dal momento, anche la Summer School ha saputo tenere fede alla propria storia, confermandosi momento fondamentale per osservare e comprendere le trasformazioni nel mondo imprevedibile e variegato delle sostanze e di coloro che, in un modo o nell’altro, vi hanno quotidianamente a che fare.

(lorenzo camoletto e ivan severi)

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