NotizieParlare di scuola oggi

Perché ancora un libro sulla scuola, oggi? In un momento in cui il Governo parla solo, e male, di migrazioni, di manovre economiche, di politica fiscale, di età pensionabile? E fa della scuola il terreno di una nuova arrogante egemonia capace di autorizzare qualsiasi abuso e qualsiasi strampalata iniziativa. Dalla censura per un'insegnante che ha avuto l'ardire di rispettare le opinioni dei suoi alunni e alunne alla penosa proposta di promozione per chi dona il sangue. Mentre l'opinione pubblica sembra concentrata sulle politiche di natura assistenziale, coltivando al tempo stesso la speranza di interventi salvifici che riescano a rilanciare in qualche modo lo sviluppo nel nostro Paese

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[Il testo che segue è la premessa al libro Più scuola, per tutte e tutti, a firma delle autrici Maria Chiara Acciarini e Alba Sasso. Il libro esce oggi per le Edizioni Gruppo Abele. Pubblichiamo questo testo per gentile concessione della casa editrice]

Perché ancora un libro sulla scuola, oggi? In un momento in cui il Governo parla solo, e male, di migrazioni, di manovre economiche, di politica fiscale, di età pensionabile? E fa della scuola il terreno di una nuova arrogante egemonia capace di autorizzare qualsiasi abuso e qualsiasi strampalata iniziativa. Dalla censura per un’insegnante che ha avuto l’ardire di rispettare le opinioni dei suoi alunni e alunne alla penosa proposta di promozione per chi dona il sangue. Mentre l’opinione pubblica sembra concentrata sulle politiche di natura assistenziale, coltivando al tempo stesso la speranza di interventi salvifici che riescano a rilanciare in qualche modo lo sviluppo nel nostro Paese.
Eppure, se si volesse davvero guardare al futuro, anche, ma non solo, dal punto di vista economico, proprio alla scuola – e più in generale alla formazione – sarebbe necessario dedicare grande attenzione, nella ricerca condivisa dei cambiamenti da realizzare e dei risultati da raggiungere.
Perché la scuola non è un semplice canale verso il mercato del lavoro. E oggi non è più neanche questo. Perciò richiede altro. Richiede un’idea di società in cui l’istruzione abbia un ruolo di primo piano nella costruzione di un sistema economico e sociale equo e sostenibile.
Occorre un progetto in cui ci si proponga di affrontare le disuguaglianze, ormai inaccettabili, nella distribuzione del reddito. In cui si cerchi di coniugare la ricerca del benessere diffuso con il rispetto dell’ambiente. In cui l’innovazione non sia uno spauracchio, ma un’opportunità. Solo se si lavora a un progetto di società che parli di libertà e di uguaglianza la scuola può essere uno strumento di democrazia, anzi essere essa stessa democrazia.
Altrimenti in una società sempre più frammentata, ingiusta, spaventata, la scuola sarà costretta a inseguire le mode, a rispondere a confuse e contraddittorie sollecitazioni, a insegnare mestieri e professioni che spesso non esistono più al momento del famoso “ingresso nel mercato del lavoro”.
Finora il nostro sistema d’istruzione ha in qualche modo tenuto. Ma è ormai esposto al grave rischio di essere considerato un costo da tagliare più che un investimento da valorizzare. La scuola deve cambiare, certo. In primo luogo per contribuire alla costruzione di una società che persegua l’affermazione dei diritti di cittadinanza, la qualità dello sviluppo, l’inclusione e la coesione sociale.
Questo libro non ha certo la presunzione di affrontare tutta la complessità di questo cambiamento. Ma vuole provare ad avviare la discussione sui binari giusti.

(maria chiara acciarini, alba sasso)

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