Stop TTIP

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Moni Ovadia, Carlo Petrini, Luca Mercalli, Giulietto Chiesa, Luigi Ciotti e Alex Zanotelli supportano la Campagna Stop TTIP Italia con un invito alla manifestazione nazionale del 7 maggio 2016 a Roma. Vi aspettiamo: tutte e tutti insieme, possiamo fermare l'accordo più pericoloso di sempre

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Il TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership) è un accordo sul commercio e gli investimenti in fase di negoziazione tra USA e Unione Europea.
I negoziati attraverso cui il TTIP si sta discutendo, iniziati nel luglio 2013, sono volutamente segreti. I contenuti, che interessano settori diversi, dal commercio, ai servizi locali, agli investimenti, etc. rappresentano un tentativo di ulteriore erosione delle garanzie conquistate in anni di lotte sociali dal punto di vista del diritto del lavoro, dei diritti umani, della tutela ambientale, della sicurezza alimentare, degli istituti democratici.
Governi, grandi imprese e lobbies economiche provano così, con l'alibi di un'omogeneizzazione
delle normative, a disegnare un quadro di pesante deregolamentazione cui obiettivo principale
non saranno tanto le barriere tariffarie, già abbastanza basse, ma quelle non tariffarie, che riguardano gli standard di sicurezza e di qualità di aspetti sostanziali della vita di tutti i cittadini: l'alimentazione, l'istruzione e la cultura, i servizi sanitari, i servizi sociali, le tutele e la sicurezza sul lavoro.
Se il Trattato dovesse essere approvato, saranno i cittadini e l'ambiente a farne principalmente le spese in un processo che porterà alla progressiva mercificazione di servizi pubblici e di beni comuni.


 Sicurezza alimentare: negli USA il commercio degli organismi geneticamente modificati (OGM) è una pratica diffusa insieme all'utilizzo di ormoni e promotori della crescita bovina considerati cancerogeni. Se l'accordo fosse approvato il mercato europeo dovrà aprirsi anche a questi prodotti.




Beni comuni e servizi pubblici: dall'acqua all'energia, dai trasporti alla sanità si trasformerebbero da diritti per tutti a business delle grandi imprese, con una forte spinta verso la privatizzazione e un accesso condizionato dalla disponibilità economica dell'utente.

Made in Italy: l'obbligo di indicazione dell'origine geografica di un prodotto potrebbe essere minacciato dall'interesse economico delle grandi imprese americane di immettere nel mercato europeo prodotti che "richiamano l'italianità", come il noto Parmesan, pur non essendo stati realizzati in Italia o con materie prime Italiane.

Tutela dell'ambiente e della salute: l'import-export di gas di scisto estratto attraverso il fracking, cioè la fratturazione idraulica delle rocce del sottosuolo, potrebbe diventare una pratica diffusa anche in Europa con seri rischi di inquinamento delle falde acquifere, cedimenti del sottosuolo, esplosioni e terremoti.

Privacy: con l'intento di contrastare possibili illeciti contro la proprietà intellettuale, potrebbero verificarsi violazioni della privacy degli utenti attraverso accessi privilegiati ai dati personali.

Diritti dei lavoratori: gli Stati dell'UE, tra cui l'Italia, si sono dotati di leggi avanzate nel settore della promozione e della tutela dei diritti dei lavoratori. Gli USA si sono invece limitati a ratificare solo il 10% delle convenzioni dell'Organizzazione Mondiale del Lavoro (ILO) .

Sovranità nazionale: il TTIP intende istituire un meccanismo di arbitrato internazionale, denominato Investor-State Dispute Settlement (ISDS), che permetterebbe ad un'impresa di citare in giudizio uno Stato e chiedergli un lauto risarcimento per aver compromesso o minacciato i propri investimenti e interessi commerciali.

Stop TTIP Italia


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