app per bambini

NotizieTecnologia e app, tutto il male vien per nuocere?

Si definisce una "nativa cartacea circondata da nativi digitali", Giulia Natale, torinese, è formatrice e blogger (paddybooks.com). Dopo aver lavorato presso una casa editrice, ha deciso di specializzarsi in contenuti digitali per bambini (e non solo): il grande spauracchio di genitori, educatori e insegnanti

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Si definisce una “nativa cartacea circondata da nativi digitali”, Giulia Natale, torinese, è formatrice e blogger (paddybooks.com). Dopo aver lavorato presso una casa editrice, ha deciso di specializzarsi in contenuti digitali per bambini (e non solo): il grande spauracchio di genitori, educatori e insegnanti. Attraverso i suoi canali racconta, recensisce app e ebook di grande valore educativo che permettono di ampliare - contrariamente a ciò che si pensa - gli strumenti formativi rivolti all’infanzia e all’adolescenza. Con lei abbiamo potuto sfatare qualche preconcetto.

Giulia, come facciamo a sfatare il luogo comune che ciò che passa da tablet, pc, telefoni sia nocivo per bambini e adolescenti?
Dici bene, si tratta di un luogo comune. Ciò che, innanzitutto, credo possa essere utile per sradicarlo è la conoscenza corretta dei contenuti e delle loro potenzialità, è, in altre parole, la raccolta di informazioni oggettive relative ai contenuti che transitano sulle tecnologie al fine di poterci formare un punto di vista personale, critico e autorevole.
La domanda che mi ponete è molto ampia poiché i contenuti che stanno su tablet, pc e smartphone sono estesi e multiformi; il materiale alla portata dei nostri figli e ragazzi ha un'estensione immensa ed è tutto materiale digitale che prende in considerazione i video di YouTube così come TikTok, gli audiolibri tanto quanto i social network, App scadenti o app maestose.
Ora, la forza che dobbiamo avere per non lasciarci condizionare negativamente dai plurimi linguaggi della modernità, è riuscire ad analizzarli per ciò che offrono di buono, ma non ai nostri occhi, bensì da un punto di vista generazionale.

Ci sono applicazioni che possono avere una valenza educativa e virtuosa? In altre parole, le app possono essere strumenti preziosi per genitori e insegnanti?
Le app oggi sono una risorsa di impressionante sostegno per la didattica, nella fase di crescita, per l'apprendimento, per l'inclusione, per chi ha difficoltà, per generare interesse nei ragazzi, per mettersi al loro livello creando più interesse e meno noia.
Sembrare esaltata? Posso solo dire che, dal mio punto di vista, la tecnologia non mi ha mai attratto, non mi incuriosisce il funzionamento di un ipad o di una piattaforma e non farei mai la coda per l'ultimo modello di un nuovo telefono. Quello che mi interessa - e qui è importante che restiamo tutti informati - sono i contenuti, perché la tecnologia non può essere buona o cattiva ma potranno essere validi o non validi, nocivi o innocui, i contenuti che i nostri ragazzi consumano.
L'attuale situazione sanitaria e i cambiamenti repentini che ha introdotto nella vita di tutti noi, ci ha messo di fronte alla necessità del digitale. Immaginate come sarebbe la vita di un dodici/tredicenne catapultato improvvisamente in giornate senza scuola e senza relazioni con coetanei, se non ci fosse il digitale?!
Sarebbe una persona che vede bloccata la sua crescita e la sua formazione per un tempo non definito. Noi ci formiamo insieme agli altri e degli altri abbiamo bisogno, così come resta il bisogno di scuola, di compiti, di regole e di relazioni che siano almeno virtuali.
Inoltre, abbiamo ormai accolto la condivisibile consapevolezza che per i ragazzi (ma anche per i bambini) questa frattura fra mondo reale e mondo virtuale non esiste nelle loro teste e nella loro realtà, e che non si possa relazionarsi con loro aderendo a questo schema di divisione. Per i ragazzi è uno soltanto il mondo che vivono, dentro e fuori il digitale. Per essere credibili ai loro occhi e per essere da loro ascoltati dobbiamo conoscere il loro mondo.

Quali sono le caratteristiche per riconoscere app di qualità?
Le app buone esistono, sono molte, ma molte di più sono quelle mediocri, non bruttissime ma insignificanti, inutili, di cui potremmo fare a meno esattamente come di un brutto libro. Io, ad esempio, nei miei anni di ricerca, ho scaricato solenni fregature per bambini e ragazzi...la valutazione si può fare solo a posteriori non potendo, come nel mondo analogico, andare in libreria per sfogliare un libro prima di comprarlo.
È da queste osservazioni che è nata in me l'esigenza di testare le app e condividere gli esiti delle mie indagini. I parametri fondamentali di riferimento sono tecnologici (devono funzionare senza chiudersi durante l'utilizzo), fornire una buona prestazione interattiva, e poi devono essere belle graficamente, valide dal punto di vista dell'avanzamento narrativo, ben disegnate, con suoni di qualità, lettura del testo professionale, e intuitive nell'esplorazione.

Come orientarsi nell’editoria digitale per bambini?
Oggi è ancora complicato orientarsi perché il panorama è in cambiamento continuo e perché, in realtà, questo nuovo modo di costruire contenuti esiste solo da una decina d'anni e lo si sta ancora sperimentando: è in continua crescita ed è intrigante!
Ci sono app gioco o app storie di grande bellezza e valore, giochi e storie che i bambini amano; occorre armarsi di pazienza e poi seguire i blog che ne parlano e che offrono recensioni di app testate, ed occorre formarsi sulle novità per sviluppare competenze (e fiuto da segugi) in autonomia.

Per Genitori e Figli, Giulia Natale produrrà anche una serie di 4 video clip di consigli su app di qualità per famiglie, insegnanti, educatori, in questo momento in cui orientarsi in questo ambito è più che mai importanteche saranno diffusi sulla pagina facebook di Genitori&Figli a sostituzione dell'intervento che avrebbe dovuto tenere a Binaria martedì 7 aprile nell'ambito del ciclo di serate Famiglie tecno-logiche.

Le attività verranno realizzate nell’ambito del progetto Futurama, un progetto di community empowerment finanziato dall’Impresa sociale Con i bambini che coinvolge 38 realtà del pubblico e del privato sociale (comuni di Beinasco, Bruino, Orbassano, Piossasco, Rivalta e Volvera; Circoscrizioni 2 e 3 della città di Torino). Capofila del progetto è la Cooperativa Sociale Esserci.

(intervista a cura di stefania bizzarri, progetto genitori e figli del gruppo abele)

In questo articolo Cultura e formazione, Famiglie

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