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NotizieUn luogo di cura per superare paura e violenze

Tre mamme, otto tra ragazzi e bambini di età compresa tra i 15 e i 5 anni. Undici persone in tutto su un totale di quattordici posti disponibili: sono questi i numeri delle prime settimane di attività della nuova comunità mamma-bimbo del Gruppo Abele aperta all'inizio di questo 2022, a segnare un impegno che continua

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Tre mamme, otto tra ragazze e ragazzi, bambine e bambini di età compresa tra i 5 e i 15 anni. Undici persone in tutto su un totale di quattordici posti disponibili: sono questi i numeri delle prime settimane di attività della nuova comunità mamma-bimbo del Gruppo Abele aperta all'inizio di questo 2022, a segnare un impegno che continua.
Un luogo protetto, di cura, dove per qualche tempo (ogni percorso ha la durata massima di un anno e mezzo) le donne, pur tra mille contraddizioni e dubbi, potranno concedersi la possibilità di riannodare i fili di esistenze incanalate loro malgrado lungo strade difficili, segnate talvolta anche da maltrattamenti, violenze, umiliazioni e separazioni traumatiche. E dove sono messi in pieni percorsi di sostegno alla genitorialità fragile.

"Il Covid ha soltanto reso più evidenti e, a seconda dei casi, insopportabili, problemi che già esistevano prima delle chiusure in casa determinate dalla pandemia. Problemi soprattutto relazionali: tra adulti, ma anche tra adulti e minori. I media hanno fatto tanta semplificazione, schiacciando tutto e solo sulla violenza ma il discorso sulla violenza è tremendamente complesso, figlio di una serie di concause. La violenza, d'altra parte, si manifesta in molte forme. Di fronte a questo ragionamento, che anni fa ci aveva portati ad aprire la prima comunità protetta, e a un oggettivo incremento dei casi, la seconda sede è stata una necessità", spiega il responsabile, Mauro Melluso.

La prima famiglia è arrivata il 10 gennaio, l'ultima arriverà a giorni. In comunità si vive come in una grande casa comune: i piccini giocano e si rincorrono, i più grandi passano le mattine tra Dad e calci al pallone, una mamma lavora, un'altra studia per l'esame alla scuola guida. "Sono piccoli segnali di normalità che possono sembrare niente agli occhi dei più ma al contrario sono spie di speranza per chi ripara dalla tempesta di una vita di tristezze", è la voce di Mauro. Perché la dignità passa anche da qui.

(piero ferrante)

In questo articolo Famiglie, Giovani

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