NotizieNon è assistenzialismo: Abbraccia una mamma è una stampella per chi non ce la fa

Guardando dalla prospettiva dell'oggi l'importanza che, da quattro anni, il pacco Abit riveste per molte famiglie coinvolte nel progetto Abbraccia una mamma, ci viene da pensare a un passaggio di Miseria e Nobiltà. Quello in cui Felice Sciosciammocca (...)

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Guardando dalla prospettiva dell’oggi l’importanza che, da quattro anni, il pacco Abit riveste per molte famiglie coinvolte nel progetto Abbraccia una mamma, ci viene da pensare a un passaggio di Miseria e Nobiltà. Quello in cui Felice Sciosciammocca (Totò), giocando sull’equivoco della pancia vuota con l’amico e coinquilino Pasquale (Enzo Turco), di fronte alle opulenze culinarie della vicina piemontese che “mette il burro perfino nel caffellatte”, esclama l’immortale battuta che fa: “A casa nostra nel caffellatte non mettiamo niente: né il latte né il caffè”.

La scena è di quelle epocali (se non la ricordate è, per esempio, qui) e serve a poco stare a spiegare con altre parole come l’ironia possa talvolta dire più di mille proclami e appelli. Se abbiamo deciso di partire da una piuma di leggerezza in più è stato non per sminuire, quanto anzi per rendere ancora più chiara l’importanza che la collaborazione con Abit/Trevalli ha rivestito in questi anni.

Progetto non solo accessorio, Abbraccia una mamma, diventato ancora più significativo dopo che il virus si è mangiato fette gigantesche di terreno sotto i piedi delle fasce di popolazioni più deboli ed esposte alla povertà. Sono migliaia i pacchi di prodotti caseari distribuiti in questi anni in Drop House a centinaia di famiglie. Pacchi che hanno fatto da vera e propria stampella per tenere su le economie familiari di chi è obbligato a misurare con il bilancino ogni singola uscita, fosse anche la più piccola.

Parliamo di famiglie numerose, in media con tre figli, spesso molto piccoli, che altrimenti non potrebbero comprare latte, privando i bambini e le bambine di componenti nutritive essenziali per la loro crescita.

Ma per noi il momento della consegna del pacco è anche qualcosa in più. È occasione di conoscenza, perché ci restituisce una fotografia credibile dello stato di salute della nostra società, solcata da odiose sperequazioni e minata nelle sue basi democratiche di uguaglianza. E poi è apertura, è accoglienza, è condivisione. Non è capitato rare volte che quell’incontro settimanale sia diventato un momento di espressione di nuovi bisogni o un pretesto per diventare parte della quotidianità della Drop House, aderendo ai nostri momenti ludici, culturali o formativi.

Insomma, c’è la materia stessa di cui sono fatti gli abbracci, dentro Abbraccia una mamma: che poi è quella che fa sentirci, tutte, tutti, un po’ meno soli.
 

 

 

 

 


(di patrizia ghiani e teresa giani, drop house gruppo abele)

 

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