Giornata della Memoria delle vittime della Shoah

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Luigi Ciotti ci sprona a una memoria fatta di impegno, che ricordando gli orrori del passato sappia combattere quelli del presente

di Luigi Ciotti
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Mi auguro davvero sia, questo 27 gennaio, il giorno che ricorderemo come evento di un passaggio fondamentale e irreversibile: quello dalla memoria “d’occasione” alla memoria come impegno e sprone al cambiamento.
Non basta infatti ricordare gli orrori del passato, a cominciare da quello quasi indicibile della Shoah: bisogna chiedersi se quegli orrori non abbiano prodotto scorie che, anche a distanza di decenni, continuano a rilasciare i loro veleni.
Domanda che oggi dobbiamo porci con urgenza e radicalità, visto l’ammalarsi di tante democrazie e il contestuale riemergere di fascismi, razzismi, nazionalismi e sovranismi, con tutto il loro armamentario ideologico e militare. Allarmanti rigurgiti di una barbarie, accomunati da quell’odio per il “diverso”, il “difforme” e lo “straniero” che giustificò a suo tempo la persecuzione e lo sterminio del popolo ebraico.
Persecuzioni e stermini che oggi continuano, sia pure in altre forme: basti pensare al respingimento dei migranti, alla riduzione in sfruttamento e povertà di buona parte del pianeta, alle molteplici guerre che scoppiano come prosecuzione di logiche economiche già di per sé violente, espressioni di avidità e dominio.
Perciò sia davvero, l’odierna Giornata della Memoria, un punto di non ritorno.  
Sia origine di un impegno comune e mondiale per fermare una volta per tutte la perdita, anzi l’emorragia di umanità che ha permesso all’Olocausto di generare i suoi disumani, velenosi frutti.