Assicurare il rispetto dei diritti a tutte le vittime di reato

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Il 22 febbraio è la Giornata europea delle vittime di reato. La riflessione di Marco Bouchard, presidente di Rete Dafne (di cui fa parte anche il Gruppo Abele)

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Nel 1990, 12 organizzazioni di assistenza alle vittime si sono riunite per fondare Victim Support Europe. Nello stesso anno hanno dichiarato il 22 febbraio Giornata europea delle vittime di reato. La loro visione era quella di un'Europa unita negli sforzi per aiutare ogni persona vittima di reato.

Nei 33 anni trascorsi dalla prima Giornata europea delle vittime di reato, ci sono stati molti progressi in diversi paesi membri dell’Unione europea. Questo risultato è stato raggiunto grazie all'impegno globale e determinato di migliaia di persone e di molteplici organizzazioni. Persone provenienti da diverse professioni e contesti hanno sostenuto un'unica causa: migliorare la situazione di tutte le vittime di reato.

Purtroppo in Italia la Direttiva 2012/29/EU per le vittime di reato è largamente inattuata, in particolare, per l’assenza di una rete integrata di servizi che garantiscano, alle vittime che lo richiedano, informazioni, sostegno, assistenza e protezione.

In occasione della Giornata per le vittime di reato di quest'anno, Rete Dafne Italia chiede al Governo italiano e alle Regioni di assicurare – nelle loro rispettive competenze – il rispetto dei diritti di tutte le vittime di reato, indipendentemente dal reato e dalla vittima. Con l'imminente revisione della Direttiva sui diritti delle vittime del 2012, la legislazione europea che regola i diritti e i servizi per tutte le vittime di reato, il 2023 ci offre l'opportunità di fare davvero la differenza nella vita delle vittime.

Il tema di quest'anno indicato da Victim Support Europe è "Ottenere una giustizia sicura per le vittime di reato". Finora, le vittime sono state spesso penalizzate nel loro percorso verso la giustizia. Rete Dafne Italia ritiene che, nel valutare se la giustizia è stata fatta, non ci si debba concentrare solo sull'efficienza e sulla disponibilità dei diritti di un processo equo, ma si debba piuttosto vedere il processo dal punto di vista delle vittime e del loro benessere e sicurezza durante il procedimento legale. 

Continuiamo a confondere l’istanza di giustizia delle vittime con l’aspettativa di una condanna. Certamente le vittime chiedono che la verità venga accertata. 

La giustizia e la verità sono pilastri fondamentali per la ricostruzione di molte vittime. Tuttavia, l'approccio del sistema giudiziario è spesso incomprensibile per le vittime, poiché le priorità sono diverse. Per questo motivo, il rischio che le vittime danneggiate dal crimine si sentano inascoltate, incomprese e rivittimizzate è reale.

È incoraggiante constatare che un numero crescente di persone è disposto a farsi avanti e ad affrontare le sfide. Il sistema non manca di esempi di innovazione e successo, ma questi devono diventare la norma.

Rete Dafne Italia chiede al Governo e alle Regioni di questo paese di utilizzare la giornata del 22 febbraio per sensibilizzare le forze dell’ordine, la magistratura, i servizi sociali e sanitari, il sistema educativo, le amministrazioni centrali e gli enti locali sull’importanza dell’accoglienza nei confronti delle vittime affinché l’esperienza di una ingiustizia non si trasformi in una esperienza di progressiva vittimizzazione e di sfiducia verso le istituzioni.

In particolare Rete Dafne Italia chiede che il Governo e le Regioni adottino tutte le misure necessarie, amministrative e legislativa, affinché il paese disponga effettivamente di una rete integrata di servizi di assistenza alle vittime di reato, come stabilito dalla Direttiva 2012/29/UE: in particolare, l’adozione del numero europeo 116006 per le vittime di reato, l’istituzione di un organismo interministeriale per le vittime di reato e una programmazione triennale per le Regioni nell’impiego dei fondi destinati ai servizi di assistenza.

 

(marco bouchard, presidente rete dafne italia)

In questo articolo Violenza e discriminazioni