Pastasciutta contro il fascismo

25 aprilePastasciutta contro il fascismo

La prima pastasciutta antifascista risale al 1943, 70 anni fa esatti. Per celebrare il 25 aprile, le studentesse e gli studenti dell'alberghiero e l'enogastronomia Beccari di Torino non potevano che scegliere quello stesso simbolo

  • Condividi


La prima pastasciutta antifascista risale al luglio del 1943, al tempo in cui in cui il Gran Consiglio del fascismo destituì Benito Mussolini e fu servita in piazza a Campegine, nel reggiano, dai componenti della famiglia Cervi. Forse anche per questo gesto eclatante - uno smacco pubblico per il morente regime -, oltre che - soprattutto - per il loro impegno attivo nelle bande della Resistenza emiliana, Gelindo, Antenore, Aldo, Ferdinando, Agostino, Ovidio ed Ettore, i "sette fratelli" Cervi, saranno uccisi a fine dicembre di quell'anno.

Erano giornate convulse, in cui le notizie viaggiavano con fatica e reticenze. Alla guerra combattuta tra soldati, e che non era affatto finita, si sarebbero aggiunte presto, nell'Italia ancora occupata, le peggiori tra le stragi nazifasciste.

I Cervi ovviamente tutto questo non potevano prevederlo e decisero di festeggiare la caduta politica di Mussolini. Come descrive bene il sito dell'istituto Alcide Cervi: 

Si procurarono la farina, presero a credito burro e formaggio dal caseificio e prepararono chili e chili di pasta. Una volta che questa fu pronta, caricarono il carro e la portarono in piazza pronti a distribuirla alla gente del paese. Fu una festa in piena regola, un giorno di gioia in mezzo alle preoccupazioni per la guerra ancora in corso: anche un ragazzo con indosso una camicia nera (forse era l’ultima rimasta?) fu invitato da Aldo a unirsi e a mangiare il suo piatto di pasta.

Da allora, quel gesto familiare, liberatorio e democratico è entrato nell'immaginario del nostro Paese, come segno indelebile di libertà e pace, come forma di festa e di memoria. A quasi 50 anni dalla prima pastasciutta, gli studenti e le studentesse dell'Istituto professionale Jacopo Beccari di Torino per l'enogastronomia e allberghiero, insieme con i docenti della scuola, hanno voluto celebrare la Liberazione proprio così: aprendo le porte della scuola ai partigiani dell'Anpi, alle istituzioni e una parte del mondo dell'associazionismo, tra cui anche noi del Gruppo Abele.

Hanno preparato una pasta al sugo e una meravigliosa tartufata ispirata alle montagne resistenti dedicando entrambe a Giorgio Ravaz, giovane partigiano studente dell'Itis che, a inizio Novecento, aveva sede proprio dove ora c'è la loro scuola e dove una targa ne ricorda ideali, impegno e sacrificio.

L'evento è parte del percorso di educazione civica che rientra nel progetto Liberi di Crescere, che mette a sistema Beccari, Gruppo Abele e tante altre associazioni del territorio di Barriera di Milano ed è finanziato dalla Fondazione Con i Bambini.

 

(piero ferrante)

In questo articolo Cultura e formazione, Giovani

Guarda le foto

Ti potrebbe interessare