Insegnare contro vento

L'appelloInsegnare contro vento

Un documento scritto da tre professori di scuola secondaria superiore, sottoscritto da professionisti e intellettuali tra i quali Leopoldo Grosso e don Ciotti, per la difesa della relazione educativa dalla religione del digitale

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Dopo che da anni imprese e sindacati, maggioranza e opposizione, governo nazionale e istituzioni europee chiamano unanimi ad accelerare la digitalizzazione di ogni ambito della vita sociale, anche la Scuola, nonostante la recente vicenda della Didattica a Distanza, è pronta a rispondere “presente!” e a saltare sul treno in corsa del PNRR-Scuola 4.0. Mentre ciò accade, intendiamo segnalare all’opinione pubblica i rischi prodotti non dall’uso accorto e consapevole degli strumenti digitali, ma da un’ideologia che assume talvolta i caratteri di una vera e propria idolatria.


1. La religione del digitale delegittima e snatura la relazione umana
I docenti sono esseri umani e come tali imperfetti: hanno storie, memorie, emozioni, aspettative, idiosincrasie. Come evitare che ciò interferisca con il processo formativo delle nuove generazioni? Standardizzando e sterilizzando la relazione educativa, essenziale alla crescita, in modo da ridurre al minimo il suo carattere di imprevedibilità e aleatorietà. Riducendo la didattica a istruzioni, procedure, protocolli. Ci si dimentica, così, che solo un essere umano può rispondere alle domande di senso di un altro essere umano: una macchina informazionale, per quanto performante, esercita la connessione di stimoli e risposte, ma non educa al dialogo e al radicamento della problematicità dell’esperienza nei corpi e nelle menti.

2. La religione del digitale deresponsabilizza e distrae
Le tecnologie informatiche sembrano estremizzare una delle fondamentali funzioni di ogni strumento tecnico: esonerare il corpo e la mente da compiti gravosi, liberando energie per nuove prestazioni. Ma siamo certi che esonerare dalla fatica di un’operazione aritmetica senza calcolatori elettronici, dello sporcarsi le mani svitando e riavvitando i meccanismi dell’ortografia e della sintassi, dell’elaborare un’ipotesi di traduzione e interpretazione, aiuti davvero a comprendere se stessi confrontandosi criticamente col mondo? Crediamo davvero che la digitalizzazione crei un clima propizio a meditare una poesia, a confrontarsi con un’argomentazione filosofica, a ragionare su una dimostrazione matematica? Il rischio è che, eliminata la dimensione temporale e umana necessaria alla paziente costruzione del sé, le energie liberate siano utilizzate non per promuovere creatività e immaginazione, ma per lasciarsi vivere, chattando distrattamente o reagendo in maniera compulsiva alle ricompense emozionali della onlife.

3. La religione del digitale sottrae risorse alla riqualificazione della Scuola
L’enorme quantità di denaro del PNRR vincolata all’innovazione digitale degli strumenti e degli ambienti di apprendimento rischia di distogliere dai problemi reali della Scuola italiana, che restano inevasi: gli elevati tassi di abbandono, le carenze di un’edilizia spesso vetusta e priva di adeguata manutenzione, le classi sovrannumerarie, la mancanza di spazi idonei alle attività di insegnamento, all’archiviazione dei materiali, all’incontro con le famiglie, allo svolgimento di iniziative culturali aperte al pubblico ecc.

4. La religione del digitale non porta doni gratuiti... e non è un gioco disinteressato
L’utenza giovanile rappresenta un target estremamente appetibile per soggetti commerciali e imprenditoriali che tentano da anni di fare ingresso nel mondo istituzionalmente “protetto” della Scuola, con i loro prodotti, counseling, expertises, scavalcando le forme tradizionali di relazione educativa e trasmissione del sapere. L’informatizzazione esasperata costituisce il varco attraverso cui sottrarre autonomia decisionale e pedagogica alla Scuola, per renderla permeabile alle logiche di mercato e indirizzarla alla formazione di soggettività sempre più adattabili alle performance che queste richiedono.

5. La religione del digitale viola la privacy
La Carta dei Diritti Fondamentali della UE e il Regolamento UE 2016/679 stabiliscono norme severe su privacy e protezione dei dati personali. Ciononostante, le scuole si avvalgono di fatto di raccolte di strumenti, software e ambienti di produttività e collaborazione messi a disposizione da multinazionali che archiviano e gestiscono le informazioni personali in sterminate banche dati al di là di ogni frontiera, sottraendosi alla possibilità di un effettivo controllo istituzionale. Chi garantisce che queste informazioni non siano utilizzate per carpire desideri e bisogni indotti dei nostri studenti e per offrire loro prodotti sempre più appetibili che li rendono sempre più dipendenti?

Testo di Alberto Gualandi, Lorenzo Morri, Francesco Genovesi (insegnanti di scuola secondaria superiore)

sottoscritto da:
Luigi Cancrini (psichiatra)
don Luigi Ciotti (fondatore Gruppo Abele e Libera)
Roberto Esposito (filosofo)
Franco Farinelli (geografo)
Franco Ferrarotti (sociologo)
Sara Gandini (epidemiologa e biostatistica)
Leopoldo Grosso (psicologo)
Mauro Magatti (sociologo)
Dacia Maraini (scrittrice)
Alberto Pellai (psicoterapeuta)
Adriano Prosperi (storico)
Luca Ricolfi (sociologo)
Giuseppe Riva (neuroscienziato)
Lucio Russo (fisico)
Salvatore Settis (archeologo)
Carlo Sini (filosofo)
Silvia Vegetti Finzi (psicologa e pedagogista)
Luigi Zoja (psicoanalista)

Francesco Ammassari (IIS “Gobetti-De Gasperi”, Morciano di Romagna - RN)
Luisa Attardi (Liceo artistico “P. Selvatico”, Padova)
Francesca Bacchetta (Istituto Comprensivo n. 10, Bologna)
Mattia Baglieri (Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali, Università di Bologna)
Martina Bastianello (Liceo Artistico “P. Selvatico”, Padova)
Eugenia Bernardi (Liceo Leonardo da Vinci, Casalecchio di Reno – BO)
Ernesta Bevar (Liceo Classico “M. Minghetti”, Bologna)
Noemi Billi (Liceo scientifico “Copernico”, Bologna)
Rita Bigiani (Liceo Leonardo da Vinci, Casalecchio di Reno – BO)
Chiara Bubola (Liceo scientifico “A. Cornaro”, Padova)
Domenico Cacciapuoti (Scuola primaria “Longhena”, Bologna)
Annalisa Calabria (Liceo Leonardo da Vinci, Casalecchio di Reno – BO)
Giacomo Carpani (Liceo Leonardo da Vinci, Casalecchio di Reno – BO)
Andrea Cavazzini (Lycée “E. Ferroul”, Lezignan Corbières, Francia)
Silvia Cesari (Liceo Leonardo da Vinci, Casalecchio di Reno – BO)
Nicola Cenni (Liceo scientifico “Copernico”, Bologna)
Claudia Cervellati (Liceo scientifico “Copernico”, Bologna)
Rinaldo Cervellati (già Professore di Chimica fisica, Università di Bologna)
Giacomo Ciacci (Liceo Leonardo da Vinci, Casalecchio di Reno – BO)
Massimiliano Cipolletta (Liceo Classico “M. Minghetti”, Bologna)
Ferdinando Costa (Liceo scientifico “Copernico”, Bologna)
Catia Di Camillo (Liceo Leonardo da Vinci, Casalecchio di Reno – BO)
Caterina Donattini (IIS “Belluzzi-Fioravanti”, Bologna)
Gian Paolo Faella (Liceo di Lugo di Romagna)
Cristina Fantoni (IIS “Archimede”, S. Giovanni in Persiceto, BO)
Marta Forlai (Fondazione “Federico Zeri”, Bologna)
Michele Gardini (Liceo Classico “M. Minghetti”, Bologna)
Francesca Gasparini (Scuola di Musica “Banda Bignardi”, Monzuno – BO)
Giovanna Giacometti (Liceo Artistico “P. Selvatico”, Padova)
Marcello Ghilardi (docente di Estetica, Università di Padova)
Diego Ianiro (Liceo Leonardo da Vinci, Casalecchio di Reno – BO)
Letizia Lambertini (ricercatrice indipendente in Studi di genere e Politiche di pari opportunità, Bologna)
Andrea Lederi (IIS “E. Mattei”, San Lazzaro di Savena – BO)
Simonetta Lelli (Liceo Leonardo da Vinci, Casalecchio di Reno – BO)
Davide Lopez (Liceo “Muratori-San Carlo”, Modena)
Lorenzo Malatesta (Liceo Scientifico “E. Fermi”, Bologna)
Marcello Malpensa (Liceo “Giordano Bruno”, Budrio – BO)
Roberto Masini (IIS Montessori-da Vinci, Alto Reno-Terme - BO)
Giorgio Morgione (Liceo scientifico “Copernico”, Bologna)
Marco Mutoschi (Liceo Artistico “P. Selvatico”, Padova)
Lucia Negro (IIS “Manfredi-Tanari”, Bologna)
Francesco Nicolino (Liceo Leonardo da Vinci, Casalecchio di Reno – BO)
Silvia Paganin (Liceo Leonardo da Vinci, Casalecchio di Reno – BO)
Egisto Pagliarani (Liceo Classico “M. Minghetti”, Bologna)
Erika Panaccione (Liceo “Giordano Bruno”, Budrio – BO)
Valentina Paradisi (IIS “Serpieri”, Bologna)
Annalisa Perazzolo (Liceo scientifico “Rolando da Piazzola”, Padova)
Gabriele Pinto (psicologo e formatore, Bologna)
Anna Pisani (Liceo Scientifico “E. Fermi”, Bologna)
Maria Carla Ponzi (Liceo Leonardo da Vinci, Casalecchio di Reno – BO)
Raffaele Riccio (docente in pensione, Liceo Scientifico “E. Fermi”, Bologna)
Irene Sabaudo (IIS “Belluzzi-Fioravanti”, Bologna)
Marco Salucci (Liceo Leonardo da Vinci, Casalecchio di Reno – BO)
Patrizia Sandri (Prof.ssa ordinaria di Didattica e Pedagogia Speciale, Università di Bologna)
Tommaso Santi (IIS “L. Fantini”, Vergato - BO)
Lorenzo Sarno (Liceo Leonardo da Vinci, Casalecchio di Reno – BO)
Enrico Saviozzi (Istituto comprensivo n.1 “Gianni Rodari”, San Lazzaro di Savena - BO)
Elisa Targa (Liceo scientifico “Copernico”, Bologna)
Michele Tonin (IIS “Belluzzi-Fioravanti”, Bologna)
Gabriele Veggetti (critico cinematografico, Bologna)
Maria Vella (Liceo Leonardo da Vinci, Casalecchio di Reno – BO)
Gualtiero Via (IIS “Giordano Bruno”, Budrio – BO)
Filomena Donatella Vitale (Liceo scientifico “Copernico”, Bologna)
Rodolfo Vittori (Liceo Classico “M. Minghetti”, Bologna)
Laura Zanghi (IIS “Belluzzi-Fioravanti”, Bologna)
Roberto Zanni (IIS “Cavazzi”, Pavullo – MO)
Emanuele Zinato (docente di Didattica della Letteratura, Università di Padova)
Claudia Finetti (Istituto Comprensivo n. 5 “Federzoni”, Bologna)

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