Il Futuro è donna

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Evento conclusivo del progetto di alfabetizzazione e cittadinanza per donne straniere promosso dal Gruppo Abele con Diskolé, Associazione La Speranza-Al Amal, Città di Torino, scuola Bruno Ciari, CPIA1 Torino e Circoscrizione 3

di piero ferrante
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Grazie alla scuola ho potuto imparare la lingua. Adesso sento di poter fare molte più cose, per me e per i miei figli. Ora, capendo ed essendo capita, sento di essere parte del mondo

Dallendishe viene dall'Albania. Sguardo acceso, voce calma. I suoi poco più di vent'anni sono nascosti dietro il sorriso timidamente fiero di chi sa di star compiendo, uno alla volta, passi importanti nel mondo. Mamma di due figli, Dallendishe è una delle 138 donne, molte delle quali mamme, de Il Futuro è donna, progetto di alfabetizzazione e cittadinanza promosso e portato avanti dal Gruppo Abele con le associazioni Diskolé e La speranza-Al Amal e con Cpia 1, Città di Torino, scuola Bruno Ciari e Circoscrizione 3 e i cui risultati sono stati presentati nel corso di un convegno pubblico il 20 giugno. 

Da gennaio 2022 a giugno 2023, docenti del Cpia ed educatrici dell'associazione Diskolé hanno messo in piedi esperienze didattiche innovative per coinvolgere le donne in un processo di apprendimento partecipato, capace di tenere insieme forme di studio più tradizionalmente intese con applicazione in contesti quotidiani. Perché, per dirla con le parole usate da Hakima Nacer, operatrice del Gruppo Abele e mediatrice interculturale:

imparare l'italiano non è solo applicarne l'alfabeto: significa prima di tutto vivere la lingua all'interno dei contesti reali, nella relazione, in maniera pratica

Aprirsi al territorio, quindi, diventa fondamentale, come necessario è leggere e interpretare i bisogni, per capire dove e come intervenire ma anche e soprattutto per rimuovere le barriere - apparentemente piccole ma spesso insormontabili - che si frappongono tra chi vuole apprendere la lingua e il diritto a farlo. E uno degli impedimenti più grandi per una donna è, ancora oggi, la gestione della famiglia. Sono tante le mamme con fligli 0-3 che non riescono a inserirli nel circuito dei servizi educativi pubblici o privati e per questo obbligate a rinunciare a investire tempo sulla propria crescita, istruzione compresa. 

Il futuro è donna ha previsto così spazi appositi per i bambini, curati da educatrici e mediatrici culturali del Gruppo Abele: luoghi sicuri di gioco, ma anche di cura, di relazione, di proposta dove si sono alternate e frammischiate occasioni di apprendimento cognitivo ed emotivo; piccoli spazi di gioco e cittadinanza dove sperimentare piccole autonomie possibili dai genitori, ma anche vivere esperienze opportunità culturali e usufruire, gratuitamente, alle cure sanitarie adeguate o necessarie.

E la sintesi migliore sta nelle parole di Felicia, 37 anni, da poco arrivata dalla Nigeria:

Se non avessi avuto questa opportunità, se nessuno si fosse preso cura di mio figlio, non avrei mai potuto studiare l'italiano e avrei continuato a sentirmi fuori dal mondo, fuori da tutto: a non capire e a non farmi capire. Adesso, però, voglio andare avanti, voglio continuare la scuola

Il futuro è donna è un progetto realizzato all'interno del Pon inclusione.
Nel video in alto, spiegano le azioni e il senso del progetto: Lucia Bianco e Hakima Nacer (Gruppo Abele), Paolo Tazio (Cpia1 Torino) e Valentina Sacchetto (Diskolé).