Rassegna stampaDon Ciotti: "Hamid, perdonaci"

"Era sempre stato tranquillo e gentile. Aveva scelto di cambiare vita", le operatrici del Drop in di via Pacini del Gruppo Abele, raccontano così, insieme a don Ciotti, Hamid, il quarantenne suicida in carcere prima dell'udienza di convalida dell'arresto

La Stampa Torino - 22 maggio
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"Perdonaci Hamid. Perché, nonostante tutto, non siamo riusciti a tenerti qui con noi. La tua morte ce la sentiamo addosso. È una sconfitta per tutta la società". Non solo la sorella Zahira, i familiari che lo aspettavano in Marocco, i suoi amici e i compagni di strada di Barriera di Milano. Anche don Luigi Ciotti del Gruppo Abele piange la morte di Hamid Badoui, l'uomo di 40 anni emigrato a Torino 15 anni fa, che si è tolto la vita lunedì mattina nel carcere Lorusso e Cutugno. Hamid era diventato un ragazzo di strada da quando era finito nel tunnel del crack. Le operatrici del Drop in di via Pacini del Gruppo Abele erano diventate il suo punto di riferimento. Le uniche a cui chiedeva aiuto, ogni volta che usciva dal carcere dopo l'ultimo arresto per furto: "Era sempre stato tranquillo e gentile. Aveva scelto di cambiare vita", così racconta la vicenda Elisa Sola sulle pagine de La Stampa Torino.