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Notizie"Abbraccia una mamma": quattro anni nel nome del diritto alla buona alimentazione

Nato nel 2018, il progetto mette in collaborazione Gruppo Abele e Abit-Trevalli. Nello scorso anno sono stati oltre 10 mila i pacchi alimentari destinati a nuclei mamma-bimbo in privazione economica

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Il camion frigorifero con il logo di Abit arriva la mattina di buon'ora. Parcheggia appena fuori dall'ingresso della sede del Gruppo Abele, in corso Trapani. Scendono un paio di uomini vestiti di rosso, aprono il portellone posteriore e per qualche minuto scaricano pacchi su pacchi, cartoni pieni di latte, yogurt, budino, panna da cucina, besciamella. Molti prodotti che fino al 2018, quando dalla collaborazione Abit-Trevalli/Gruppo Abele è nato il progetto Abbraccia una mamma, tante famiglie non avevano mai avuto modo di integrare nella propria dieta.

Nel 2021, sono stati 10400 i pacchi alimentari(2 a settimana, senza interruzioni) distribuiti a più di 100 nuclei familiari in condizione oppure a rischio di povertà assoluta, che sono accolti o che rientrano nei progetti del Gruppo Abele. Distribuzione quanto mai determinante per l'economia di numerose famiglie che, con il Covid, hanno visto sgretolarsi ogni certezza e ancora adesso, a oltre due anni dallo scoppio della pandemia, si trovano a fare i conti con le ristrettezze causate dalla mancanza di lavoro.

Famiglie come quella del piccolo Husam che, racconta sorridendo sua madre Asma, la prima volta che ha mangiato un budino ha passato ore a saltare per casa, esaltato per la novità. Famiglie monogenitoriali come quella di Stefano che, insieme alla sua mamma, prova a ricostruire una vita segnata da trascorsi di conflitti domestici.

Abbraccia una mamma vuole essere un modo per ribadire, attraverso piccoli gesti, che un'alimentazione di qualità non può essere, ancora nel 2022, un privilegio di pochi, ma un diritto da confermare ed estendere. Per dirla con le parole usate al momento della presentazione del progetto dall'allora presidente di Trevalli: "Noi veniamo dal mondo e dalla cultura contadina e vorremmo riprendere alcuni valori come la condivisione, la cooperazione, la solidarietà anche per il nostro modo di fare impresa. Non vogliamo restare isolati nei territori dove operiamo, ma mettere loro a disposizione la nostra esperienza e competenza, dando un contributo per la crescita, anche sociale, per le nostre comunità”.



In questo articolo Famiglie, Giovani, Lotta alla povertà

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