
Luigi Ciotti, fondatore e presidente del Gruppo Abele e di Libera, compie 80 anni il 10 settembre, e questo compleanno tondo diventa l'occasione per ripercorrere i grandi temi che ne hanno segnato la vita e l'impegno. Attraverso i suoi ricordi personali è possibile ricostruire sessant'anni di lavoro sociale in Italia, con le loro conquiste in termini di diritti e giustizia, e le sfide ancora aperte.
Dalle dipendenze al ruolo dei giovani nel cambiamento, dall'evoluzione delle mafie alle leggi sull'immigrazione, fino ai grandi temi globali della pace e dell'ambiente: in una serie di interviste Luigi Ciotti restituisce riflessioni sul passato, preoccupazioni rispetto al presente e aspirazioni per il futuro.
Una chiacchierata a tutto campo: dall'infanzia agli esordi dell'impegno sociale a Torino e poi all'impegno antimafia con Libera, passando per il suo rapporto con la fede e con la Chiesa. Una carrellata di incontri, sofferenze e speranze, fino alle preoccupazioni sull'oggi. Sul Corriere della Sera Luigi Ciotti ripercorre i suoi 80 anni in maniera schietta e vivace.
Nella sua storia al fianco delle fragilità, dice, «sono state le persone che ho incontrato a indicarmi la direzione. Non si tratta di me, ma di un impegno plurale, condiviso». Pace e clima le sfide globali per gli anni che verranno. E al mondo del sociale raccomanda: «Non sia prigioniero dei bandi, ma resti un soggetto politico, un osservatore critico della realtà».
Di ritorno nel suo Cadore in occasione degli 80 anni, Luigi Ciotti ricorda l'infanzia a Pieve ed esprime preoccupazione rispetto ai possibili danni ambientali, alle manovre speculative e all'uso negligente dei fondi pubblici per l'organizzazione dei prossimi Giochi Olimpici sulle Dolomiti.
La tregua armata non basta, "la logica di deterrenza va scardinata". Semplicemente perché "una pace vera non può essere fondata sull’equilibrio delle forze". Don Luigi Ciotti va subito al cuore della questione, e come fa da sempre non rinuncia a mettere in discussione uno dei concetti mainstream.
In un'intervista per il bimestrale degli operatori pastorali, il fondatore del Gruppo Abele racconta il passato proiettandolo verso il futuro, con un'attenzione particolare: "Nella storia sono sempre stati i giovani a trainare i grandi cambiamenti. Dobbiamo credere in loro".